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Cronaca

Morte Denny Magina, chi è il 34enne arrestato per omicidio preterintenzionale: "Spacciatore spietato e violento, si fa chiamare 'il puglie'"

Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a colpire al volto il giovane livornese facendolo cadere dalla finestra del quarto piano di via Giordano Bruno

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"Uno spacciatore scaltro e violento". Cosi il Gip descrive Hamed Hamza, 34 anni tunisino, arrestato con l'accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Denny Magina. L'uomo, al momento, si trova già rinchiuso in carcere perché nel novembre del 2022 nei suoi confronti sono scattate le manette con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato proprio lo straniero a colpire al volto il giovane livornese facendolo precipitare dalla finestra del quarto piano dell'appartamento di via Giordano Bruno. Nei suoi confronti, come fatto sapere nella mattina del 18 marzo dai carabinieri e dalla procura di Livorno, sono state raccolte prove "abbondanti e schiaccianti" nonostante abbia più volte "tentato di depistare le indagini accusando altri di quanto accaduto". 

Denny Magina, l'identikit della persona accusata della sua morte

Hamza, negli ambienti legati alla droga, si autodefiniva "il pugile" a causa della sua natura "violenta". Insieme a un suo connazionale 31enne, aveva trasformato l'appartamento occupato in via Giordano Bruno in una vera e propria "centrale dello spaccio, conosciuta e molto frequentata, all'interno della quale venivano vendute cocaina, marijuana ed hashish". E proprio in quell'abitazione, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Denny ha trascorso le sue ultime ore di vita. Il giovane infatti, come spiegato dal sostituto procuratore Giuseppe Rizzo, "dopo aver assunto droga era stordito e inerme e dopo una lite con il 34enne è stato colpito dallo stesso con un violento pugno al volto facendolo quindi precipitare dal quarto piano". 

Subito dopo l'accaduto, l'uomo si sarebbe affacciato dalla finestra dell'abitazione come risultata da un video girato da due ragazze accorse sul posto dopo aver sentito il tonfo provocato dalla caduta di Denny. Il 34enne, a quel punto, "ha tentato di scappare cercando di far perdere le proprie tracce" ma è stato rintracciato ed arrestato nella bergamasca inizialmente con l'accusa di ripetute cessioni di stupefacenti. 

Il riconoscimento tramite l'anello e le "false testimonianze"

Ma com'è stato collegato il 34enne con la morte di Denny? Decisiva è stata la traccia di un anello, compatibile con la ferita che Denny Magina aveva su un labbro, trovato in una successiva perquisizione a casa del presunto omicida. Quando infatti per il 34enne sono scattate le manette, gli fu sequestrato un anello che non venne però ritenuto "compatibile" con la ferita di Denny. Tuttavia all'interno dell'appartamento in Corea ne furono sequestrati altri quattro e uno di questi, ritenuto quello indossato dall'arrestato al momento della lite con Magina, è stato visto addosso proprio all'uomo tramite un video che lo stesso aveva pubblicato sul proprio canale di Tik Tok in occasione di un festeggiamento con la famiglia. Alla luce di queste prove, giudicate "schiaccianti", il tunisino avrebbe più volte provato a depistare le indagini tentando di "addossare agli altri la colpa di quanto avvenuto". La sua versione però non è stata giudicata credibile ma solamente connotata da "elementi che provavano ad aggiustare la sua posizione". 

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