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Tragedia alla Scopaia, la testimonianza: "Così ho salvato il mio vicino tra le fiamme. Addolorato per Milco, era una persona speciale". Video

Nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 le fiamme hanno devastato parte del condominio di via Città del Vaticano. Il racconto di quei tragici momenti da parte di Vito Calvaruso,il 66enne che abita al piano terra dello stabile

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"Mi dispiace per Milco, era una persona speciale. Abbiamo fatto di tutto". A parlare è Vito Calvaruso, 66 anni, uno degli abitanti dello stabile di via Città del Vaticano 86 dove nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 febbraio è scoppiato un tragico incendio. Le fiamme, partite dal primo piano del condominio dove abitano undici famiglie - in quel momento senza corrente elettrica visto il black-out nel quartiere  -, hanno causato la morte in ospedale di Milco Santini, 60 anni, dipendente Aamps, e nove tra feriti e intossicati. Tra questi un uomo di 60 anni ricoverato in rianimazione e una donna di 80 anni, la madre della vittima, ricoverata in medicina d'urgenza. Altre quattro persone sono state portate al pronto soccorso ma dimesse in momenti diversi nel corso della giornata di oggi mercoledì 28 febbraio. Tra i feriti anche due vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme ai soccorritori. 

Tragedia alla Scopaia, appartamento in fiamme: un morto e nove intossicati

"Era circa mezzanotte - racconta Calvaruso -. Ad un certo punto abbiamo sentito i cani molto agitati che andavano frequentemente in su e in giù. E poco dopo delle grida, 'aiuto, 'al fuoco, al fuoco'. Così ho indossato ciabatte e pantaloncini e sono uscito di casa, davanti a me una nuvola immensa di fumo nero. L'incendio era già in corso, ho visto scendere con il cane la moglie di Walter, che abita al piano sopra di noi. Le ho chiesto dove fosse il marito, e lei mi ha risposto 'è rimasto su'. Sono salito di corsa, non si vedeva niente, ho messo una maglietta davanti al viso e sdraiandomi in terra, visto che era l'unico modo per poter vedere qualcosa - l'ho cercato piano piano e l'ho trovato. Poi, dopo averlo preso in collo, tra le fiamme, l'ho trascinato giù. Più di quello non potevo fare - spiega Calvaruso -. Ho provato anche ad andare al secondo piano, ma era impossibile. Ho iniziato a tossire e non si vedeva assolutamente niente. Mi dispiace molto".

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