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Domenica, 28 Aprile 2024

Nicola Vanni

Responsabile di redazione

Pisa, manganellate agli studenti: chi sarebbero i "delinquenti da daspare"?

Condanna all'uso della forza da parte della polizia e solidarietà trasversale al corteo di ragazzi e ragazze pro Palestina. Ma c'è anche chi ritiene i giovanissimi colpevoli di aver voluto creare il caos. Le immagini, però, mostrano e dimostrano più di tante parole

Delinquenti da daspare. Lo hanno detto davvero. Delinquenti da daspare. Come fossero ultras che dopo aver ululato cori razzisti devono ancora sfogare la rabbia prendendosi a sprangate. Come scippatori di vecchiette che di fronte a una benché minima resistenza non si pongono il problema di picchiare l'ottantenne di turno. Come sconclusionati ventenni che il sabato sera non hanno di meglio da fare che creare disordini e fare danni, magari sotto effetto di qualche sostanza. Delinquenti da daspare. Questi sì, non gli studenti – poco più di un centinaio, tantissimi minorenni – che anche si fossero azzardati in una manifestazione non autorizzata a spingersi oltre un cordone di polizia a protezione di chissà quale obiettivo sensibile – e non lo hanno fatto, tanto meno con bastoni, caschi, bombe carta e artiglieria varia – certo non meritavano di essere umiliati, trascinati faccia a terra, presi a manganellate anche se di schiena e a mani alzate.

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Delinquenti da daspare. Quelli – ma no, forse neppure loro, piuttosto sarebbero da rieducare – sono invece coloro (almeno un paio a rivedere le immagini scioccanti di Pisa) che infangano la divisa usata non per fare il poliziotto al servizio dello Stato e dei cittadini, ma per mascherare un'indole repressa e violenta che dà il peggio di sé, vigliaccamente, quando sa di essere impunita. Ed è persino comprensibile che si sentano così, nascosti da scudi anonimi dati in dotazione, protetti da difensori dell'indifendibile che vedono ovunque gente incappucciata pronta a scatenare il caos, addirittura osannati da paladini a modo loro del diritto, quello dove la polizia fa bene a far rispettare la legge, sempre e comunque, anche con la violenza.

Opinabile. Non sono per niente d'accordo ma è probabile che siamo in minoranza a pensarla così. Tuttavia, quello che non è opinabile – al contrario è inaudito, spropositato, ingiustificabile e vergognoso – è l'uso, o meglio l'abuso della forza che viene fatto contro dei quindicenni inermi che "potrebbero essere i vostri figli, non sono mica terroristi". Lo hanno detto, a quei poliziotti che caricavano, le professoresse e i docenti che quei ragazzi li vedono tutti i giorni, a scuola. Dove cercano di insegnare, oltre le materie da programma, l'educazione e il rispetto. "Scendi di lì perché passi dalla parte del torto", le parole rivolte con amorevole preoccupazione a uno studente in piedi su un muretto che discuteva con gli uomini in divisa.

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Ecco, servirebbero questi professori a quei poliziotti e a chi li comanda – anzi, soprattutto a loro –. Magari, a forza di ascoltare "Mario, stai buono. Anche se ti hanno offeso lascia perdere, posa il manganello" imparerebbero davvero a usarlo. "Luigi lo so, ti ha sputato ma cosa ti ho sempre detto? Avete la visiera, lo scudo e poi ci pensa il funzionario in servizio in abiti civili a mettersi davanti a voi e a parlare con loro. Hanno l'età dei vostri figli". "E se ci caricano con caschi, cinghie, pietre e bastoni?" "Eh, allora se la sono cercata... Ma è andata davvero così?". No, non è andata così. Non c'erano delinquenti da daspare. C'erano ragazze e ragazzi con i quali quei professori, a differenza di certi rappresentanti dello Stato, sanno come parlarci. E c'erano poliziotti da educare e istruire, altrimenti da sostituire come chi, ai loro vertici, non ha saputo gestire l'ordine pubblico di fronte a poche decine di minorenni. Perché "l'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli" e quando questi si usano "sui ragazzi rappresentano un fallimento". Per fortuna, viceversa da chi parla di "delinquenti da daspare", c'è chi ha detto anche questo.

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