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Cronaca

Manganellate sugli studenti a Pisa e Firenze, la solidarietà del liceo Enriques: "Inaccettabile, ingiustificata e sconsiderata violenza"

La comunità della scuola superiore di Livorno ha lanciato una sottoscrizione dopo quanto avvenuto durante le manifestazioni pro Palestina. Ci sono già le firme di quasi 400 tra genitori, studenti, personale Ata e docenti: "Così si minaccia l'idea stessa di democrazia"

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"l personale del Liceo Enriques di Livorno esprime la più profonda solidarietà agli studenti che hanno recentemente partecipato alle manifestazioni pacifiche a Pisa e Firenze per il cessate il fuoco a Gaza, esercitando il loro diritto di espressione e di partecipazione attiva alla vita civica della nostra comunità". Così si esprime in una nota trasmessa nella giornata di sabato 24 febbraio la comunità del Liceo Enriques di Livorno il giorno dopo i fatti di Pisa e Firenze, nell'ambito dei quali giovani studenti sono stati respinti a colpi di manganello dalle forze dell'ordine. Al contempo la scuola superiore ha lanciato anche una sottoscrizione, che ha raggiunto già quasi 400 firme tra studenti stessi, genitori, personale Ata e docenti.

"Abbiamo appreso con grande preoccupazione e vivo sconcerto degli episodi di inaccettabile, ingiustificata e sconsiderata violenza e di aggressione fisica e verbale di cui le forze dell'ordine si sono rese protagoniste nei confronti dei giovani manifestanti - sottolineano dall'Enriques -. Risulta minacciata l'idea stessa di democrazia nonché i valori dello Stato di diritto su cui si fonda la nostra identità sociale e costituzionale: il rispetto, la tolleranza e il dialogo. Il Liceo Enriques, baluardo inespugnabile di valori costituzionali e di impegno civico, esprime l'estrema indignazione di tutte le sue componenti (studenti, genitori e personale scolastico) di fronte ai fatti di Pisa e Firenze e condanna categoricamente ogni violenza, censura e intimidazione. Crediamo fermamente nella libertà di espressione e nel diritto degli studenti e dei cittadini tutti di manifestare pacificamente e dar voce alle loro opinioni, idee e preoccupazioni su questioni di interesse pubblico".

Per tutta la comunità dell'Enriques dunque "tacere sui fatti avvenuti, sui conflitti, come sulle violenze tutte, significherebbe venire meno al nostro dovere e al nostro ruolo di educatrici ed educatori, non circoscritto all'azione didattica ma che si estende alla maturazione di una autonoma coscienza critica nelle nuove generazioni, affinché queste possano formare ed esprimere con coraggio le proprie convinzioni, abbracciando l'impegno civico nel rispetto delle opinioni altrui. Stando a fianco degli studenti e delle studentesse nel loro percorso di crescita, ci impegniamo ogni giorno per la costruzione di una scuola (e di una società) aperta, sicura e inclusiva, dove ogni studente possa sentirsi valorizzato e ascoltato: avvertiamo quindi come imperativo categorico quello di denunciare, senza indugi, queste forme di vera e propria repressione".

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