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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Colline / Via Filippo Venuti

"Fatemi un certificato o da qui non uscite", quarantenne ricatta e 'sequestra' i dottori della guardia medica: denunciato

L'episodio avvenuto nella notte del 3 novembre: necessario l'arrivo della polizia

"Fatemi un certificato o da qui non uscite più". È stato questo uno dei momenti più inquietanti vissuto dai medici del servizio di continuità assistenziale (guardia medica), in turno la scorsa notte di venerdì 3 novembre. Medici che, arrivati a casa di un paziente per una visita domiciliare, hanno dovuto far fronte a ricatti e minacce culminati addirittura con un 'sequestro' di persona. Sì, perché frapponendosi fra il personale sanitario e la porta d'ingresso della abitazione, l'uomo, un 40enne italiano, ha di fatto tenuto "in ostaggio", anche se per pochi minuti, un dottore di 31 anni e una dottoressa di 30, mentre una collega fortunatamente rimasta fuori sul pianerottolo stava chiamando la polizia. L'epilogo della vicenda sarà una denuncia per interruzione di pubblico servizio a carico del quarantenne, ma la storia è tutta da raccontare perché, come purtroppo tante altre in passato, ben spiega le difficoltà quotidiane di chi opera nel servizio di continuità assistenziale, spesso sottoposto a violenze e minacce a fronte di richieste di prestazioni inerogabili. 

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Sono le 22.30 circa quando al centralino, unico sistema per accedere al servizio in via Venuti, arriva la chiamata di un paziente. È molto agitato, farfuglia, non si capisce bene se palesi sintomi influenzali o se sia sotto l'effetto di alcol o sostanze psicotrope. Di certo, pretende un certificato medico per il rientro al lavoro che, per via telefonica, non può per legge essere prescritto. La dottoressa invita più volte il paziente in ambulatorio, ma questo reagisce ancora: "Sono disabile, non posso muovermi. Venite voi". Poi il silenzio, un rumore come di una caduta e la linea che si interrompe. 

Preoccupata, la dottoressa informa i colleghi della conversazione e in tre decidono di andare a casa del quarantenne, ritenendo rischioso mandare un medico in solitario. Arrivati a casa dell'uomo, però, al citofono non risponde nessuno e soltanto grazie ai vicini di casa che aprono il portone i dottori raggiungono il pianerottolo dell'abitazione indicata. Serve tuttavia una chiamata per contattare l'uomo che, nel frattempo, era uscito proprio per andare nella sede di via Venuti.

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Tornato quindi a casa, il paziente fa entrare soltanto un medico, lasciando fuori due dottoresse sulle quali riversa una serie di improperi. Sono momenti concitati perché da dentro l'appartamento si sentono urla e richieste assurde, fino a che lo stesso proprietario di casa apre la porta pretendendo che una delle due dottoresse entri per testimoniare chissà quali "negligenze" del collega. È allora che l'uomo si piazza davanti alla porta di ingresso, richiusa alle sue spalle, ricattando e minacciando i medici: "Adesso voi non uscite più di qui fino a che non mi fate un certificato medico".

Seguono cinque minuti di tensione e paura, gestiti comunque con estrema professionalità dal personale sanitario, e solo quando l'uomo intuisce che la dottoressa all'esterno sta chiamando la polizia decide di aprire un varco consentendo ai medici di uscire. Lo farà anche lui prima che arrivino le volanti, le quali scorteranno poi i dottori fino al rientro in sede in via Venuti, dove sarà formalizzata la denuncia. Mentre il quarantenne, nel corso della notte, farà registrare un accesso al pronto soccorso di Livorno (dove sarà dimesso) presentandosi la mattina successiva al distaccamento di Collesalvetti, dove sulla base del referto di pronto soccorso riceverà infine il certificato medico. 

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