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Cronaca

Musica e coronavirus, cinque canzoni di autori livornesi per raccontare l'isolamento e uscire dalla paura

Da Nigiotti a Mannucci, Dentone e Camilla Furetta: ecco i brani scritti durante il lockdown. E la madame Sitrì di Bobo Rondelli dalla terrazza di casa è una delle cose più belle da ricordare

La risposta all'incubo coronavirus, mostro che ha bloccato il mondo e fermato sogni e progetti in una sorta di "non tempo" infinito, può trovarsi anche in una canzone. E soltanto quando tutto questo - lockdown, isolamento, distanziamento e paura - sarà finito avremo modo di fare i conti con quello che resta della vita di prima e guardare in faccia il mondo nuovo che questa esperienza ci ha consegnato. Ma a cristallizzare pensieri ed emozioni ci pensano, per fortuna, gli artisti che meglio di altri hanno la capacità di osservare la vita e raccontarcela. La loro sì, ma anche la nostra. In piena pandemia quello che hanno fatto tanti musicisti è stato proprio tradurre in canzoni ciò che tutti stavamo attraversando, chi utilizzando la delicatezza cantautorale della leggerezza, chi sfoderando l'arma preziosa dell'ironia. Ed ecco allora che canzoni scritte quasi per se stessi e nate forse per rimanere chiuse in casa, anche loro vittime di qualcosa di più grande, trovano invece la strada per farsi ascoltare e diventare universali. Ché il ruolo delle canzoni è questo, raccontarci emozioni che forse non sapevamo neanche di aver vissuto.

Cinque artisti livornesi hanno raccontato la vita in isolamento regalando brani inediti

Abbiamo scelto di farvi ascoltare alcuni brani scritti da autori livornesi durante il periodo dell'isolamento. Enrico Nigiotti, dopo aver rimandato il tour "Nigio", in partenza proprio in questi giorni", ha dedicato una poesia - solo piano e voce - alla sua città, al suo mare, al suo pubblico. Giorgio Mannucci ha raccontato una nuova quotidianità in "Ogni notte scoperta". Valerio Dentone, bassista della band Gary Baldi Bros, riscopre la passione per la scrittura e scrive tre brani allo specchio, raccontando la vita che passa. Camilla Furetta, come di consueto, guarda la vita con la lente della leggerezza e attraverso quella ce la racconta, spiazzante e profonda. E infine Bobo Rondelli, per il quale facciamo un'eccezione dal momento che non ha scritto un brano inedito che racconta la quarantena. Ma la versione di "Madame Sitrì" dal tetto di casa è una delle cose più belle di questo isolamento.

Enrico Nigiotti, in "Terrazza Mascagni" i suoi pensieri sussurrati al mare della sua Livorno

"Voglio regalarvi una canzone...senza incartarla ma farvela sentire pura e dritta così come è la natura con cui nascono le mie idee - racconta il cantautore presentando il brano sui social -. Un semplice provino registrato nel salotto di casa mia mentre canto con il microfono appiccicato alla bocca una nuova storia che mi appartiene. Il pubblico è il marito dell'arte ed io in questa nostra bellissima storia d'amore voglio ringraziarvi con qualcosa che per me è speciale".

(foto Jari Vassallo)

Giorgio Mannucci, "Ogni notte scoperta". Nata di getto la notte di Pasqua, è una riflessione sul periodo dei "non abbracci"

"È una canzone figlia della solitudine dei giorni in quarantena, del guardarsi allo specchio e cercare di riconoscersi, della ricerca di un antidoto per affrontare al meglio la "comoda reclusione" - racconta l'autore - . Una forte riflessione su se stessi, la descrizione di un periodo particolare fatto di non abbracci e di incontri pixelati via smartphone. È nata la sera di pasqua, dopo aver passato tutto il giorno in piena solitudine. Il lockdown era già iniziato da un po' e mi stavo chiedendo come mai non ero ancora stato in grado di tirar fuori niente dalla mia testa e dalla mia chitarra, visto che solitamente la mia arte si nutre di momenti critici. E quella sera, di getto, è nata "Ogni notte scoperta" e, dopo averla fatta sentire al mio produttore Ale Bavo e a diversi amici, è cresciuta subito l'esigenza di registrarla seriamente e pubblicarla. Grazie a Manita Dischi e all'illustratrice La Tram abbiamo oggi il singolo pubblicato con tanto di fantastica e sognante copertina, e grazie ai Licaoni e ai numerosi amici e familiari che ho contattato sono riuscito a montare pure il videoclip".

Valerio Dentone, tre canzoni per raccontare la vita in quarantena e riscoprire una passione sopita

"I tre brani "dell'solamento" sono nati dall'esigenza di far uscire le emozioni che mi hanno attraversato in questo periodo - racconta l'autore -  il primo brano "Qui ancora" (in video), è nato durante il primo mese di quarantena dove abbiamo subito in maniera improvvisa il distacco dai nostri affetti: genitori, amici e soprattutto fidanzate. Ne "Il Silenzio è Bellissimo" ho voluto raccontare questo periodo attraverso le storie della gente leggendo le loro esperienze su Facebook. L'ultimo brano "Il vostro odore" è invece dedicato agli anziani che hanno dovuto affrontare in solitudine i loro ultimi istanti di vita. Ci sono anche altre canzoni in fase di elaborazione e spero a breve di riuscire pubblicarle. Il periodo è stato davvero difficile ma, grazie a questa solitudine, sono riuscito a riscoprire una passione che tenevo sopita da molto tempo".

Camilla Furetta, in "4 maggio" stringe tutti in un abbraccio con musica e parole

"Qualche mese prima del lockdown mi sono trasferita in un appartamento condiviso con due amiche. Tre è il numero perfetto, ci siamo sorrette nelle nostre paure e stimolate nei nostri rispettivi progetti. Scrivere canzoni per me è un processo piuttosto solitario quindi, non essendo mai sola in casa ho preferito dedicarmi ad attività comuni, come la produzione video-amatoriale di piccoli sketch comici realizzati per la nostra pagina Casa Pensieri. Così ci siamo potute sfogare descrivendo le piccole disavventure della quotidianità in un appartamento condiviso, cosa piuttosto rara nella nostra città - racconta Camilla -. Spesso mi sono trovata a chiedermi quanto deve essere stata dura per tutte quelle persone che non avevano la fortuna di condividere le proprie giornate con i loro affetti stabili e mentre la fine della quarantena si avvicinava mi sono concessa un ultimo momento di solitudine. Da una giornata di isolamento nell'isolamento è uscita la canzone "4 maggio", che è per tutte le persone che mi sono mancate, tutti i miei affetti stabili, congiunti o meno, così da abbracciarli nel modo che mi riesce meglio, con la musica e le parole".

Bobo Rondelli, la sua "Madame Sitrì" dal tetto è tra le cose più belle da ricordare

Non ha scritto un "inedito della pandemia" ma ha raccontato pezzi di vita quotidiana dal tetto della sua casa "vista Pontino". E da quel palcoscenico, con la Fortezza davanti e tutta la città ai suoi piedi, ci ha regalato una versione bellissima e struggente di quel capolavoro assoluto che è "Madame Sitrì", canzone manifesto di una città vivace e vitale che non nasconde un pizzico di malinconia. L'idea di fare questo regalo alla città incidendo una versione inedita di "Madame Sitrì", con la sua band storica ma ognuno a casa, Bobo l'ha avuta guardando la sua città dall'alto. "Ero in terrazza sul tetto del palazzo, si sentiva bene il vento, ho messo il brano originale in cuffia e ci ho cantato sopra - racconta Bobo a LivornoToday -. Poi ho chiesto ai miei musicisti di fare altrettanto ed è nato il video".

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