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Cronaca

Coronavirus Livorno, il racconto di infermiere e Oss: "Nessuno è stato lasciato solo, parlavamo con gli sguardi"

Il personale sanitario ha raccontato i mesi passati nei reparti Covid e di come sia stato vicino fino all'ultimo con chi non ce l'ha fatta: "I nostri cuori e le nostre mani sono sempre stati con i nostri pazienti"

"I vostri familiari non sono mai stati soli"

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Toccante anche il racconto di Genny Pachetti: "Il coraggio ci ha fatto muovere avanti e indietro nelle stanze, avevo paura e mi tremavano le mani. Sapevo che una volta tornata a casa non potevo abbracciare i miei cari per paura di contgiarli. Tuttavia la forza e il supporto che si siamo dati a vicenda ci ha fatto superare tutto questo. È stato bello vedere il sostegno della gente anche se ci rendeva tristi sapere che chi non ce la faceva non poteva avere i familiari accanto. Ci eravamo solo noi in quelle grandi tute bianche che permettevano solo di far vedere i nostri occhi carichi di amore. Abbiamo sentito la paura e condiviso la speranza e per questo ai familiari delle vittime voglio dire che i vostri cari non sono mai stati soli". 

"Abbiamo accompagnato con dignità chi non ce l'ha fatta"

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Amelia Coppola, infermiera, parla dell'importanza dei tablet usati per far comunicare pazienti e famiglia: "Sono venute a mancare quelle interazioni che sono alla base per chi è ricoverato. Questi dispositivi hanno accorciato le distanze e portato una vera e propria rivoluzione emotiva. Sono stata testimone di grandi sorrisi di incoraggiamento anche se, in verità, nascondevano una grande paura. Ai parenti voglio dire che ci siamo sempre impegnati per riuscire a strappare una risata a tutti e abbiamo accompagnato con dignità fino all'ultimo chi non ce l'ha fatta". 

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