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Cronaca

Accompagna a scuola la figlia disabile, alunni bulli gli impediscono di parcheggiare: "Vergogna, ma l'educazione si insegna a casa"

Parla il padre di una bambina di 12 anni che stigmatizza l'episodio: "Deriso e offeso da un gruppetto di ragazzini, ma il problema sono i genitori che non trasmettono i giusti insegnamenti"

Le risatine. Poi i gestacci. Infine persino le offese. Fino a quando il suono della campanella non li richiama in classe, consentendo finalmente al genitore di una alunna con disabilità a parcheggiare nel posto dedicato fuori dalla scuola. Laddove, appunto, un gruppetto di ragazzini, in attesa di entrare in aula, stazionava impropriamente, volutamente ignorando le esigenze di una loro compagna di classe ed anzi 'sfidando' il padre con atteggiamento da bulli. È una storia che lascia trasparire un profondo senso di disagio e che un livornese, babbo di una dodicenne di una scuola media cittadina, ha deciso di raccontare a LivornoToday per denunciare la responsabile assenza delle famiglie negli insegnamenti da tramandare ai figli. "Perché è vero che siamo a scuola - dice -, ma la scuola non c'entra niente. L'educazione si insegna a casa e in questo caso mi sa che a questi ragazzini sia consentito agire come vogliono, impunemente".

L'amarezza è evidente nelle parole dell'uomo che chiede di rimanere anonimo raccontando quanto successo la scorsa settimana. "Sono arrivato in auto per accompagnare mia figlia, come ogni mattina, perché purtroppo ha bisogno di aiuto - spiega - e come sempre i ragazzi che si trovano a chiacchierare prima di entrare in classe occupavano il marciapiede e parte della strada. Non riuscendo a passare e avendo la necessità di tirare fuori la carrozzina, ho dato un colpetto al clacson per farmi notare e devo dire che la maggior parte dei presenti si è subito spostata".

Non tutti, però, hanno avuto l'accortezza di liberare il posto riservato ai disabili, anzi. "Quattro o cinque ragazzini - continua il genitore nel racconto - si sono voltati guardandomi con disprezzo, ridendo e chiamando altri amichetti. Quindi hanno iniziato a offendere a parole e a gesti fino a quando, fortunatamente, il suono della campanella li ha richiamati al loro dovere. Sono rimasto pietrificato, ho pazientemente atteso che se ne andassero e alla fine sono riuscito a parcheggiare e ad accompagnare mia figlia. Ritengo sia una cosa vergognosa, non solo per la mancanza di rispetto nei miei confronti ma per la totale insensibilità verso mia figlia. Una mancanza di educazione di cui la scuola non può essere incolpata, a differenza delle famiglie che, in alcuni casi, sono totalmente assenti".

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