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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza, le nuove regole: sussidio cancellato dopo un solo rifiuto del lavoro

Il sostegno non verrà cancellato ma come spiegato dal viceministro al lavoro, Claudio Durigon, saranno introdotte delle novità importanti

Il reddito di cittadinanza non verrà cancellato dal nuovo governo Meloni, ma verranno introdotte delle novità importati. Come spiegato su Today.it, l'intenzione dell'esecutivo è quella di mantenere il sostegno economico per i soggetti che non sono nella condizione di lavorare - pensionati in difficoltà, invalidi, chi non ha reddito e chi ha figli minori di cui farsi carico - andandone invece a modificare l'impostazione per chi è in grado di lavorare. 

Reddito di cittadinanza: basterà un solo rifiuto del lavoro per cancellarlo

Il viceministro Durigon non ha nascosto che tra le fila della maggioranza ci sarebbe "chi è più drastico" sul reddito di cittadinanza, ma in generale la convinzione è che "la povertà sia un elemento importante in questa fase", ha aggiunto Durigon parlando ai microfoni di Radio24. Ci sono già "idee precise", ha spiegato Durigon, su come intervenire per limitare il reddito, con l'obbligo dell'offerta congrua: "Se non si accetta, a casa già la prima volta".  Al momento la normativa prevede un meccanismo di taglio progressivo (décalage) dell'assegno dopo il primo rifiuto dell'offerta di lavoro. Per far decollare il sistema, per il governo Meloni è necessario innanzitutto potenziare i centri per l'impiego e lavorare per fare incontrare domanda e offerta.

Il taglio progressivo del Rdc e i limiti di tempo per riaverlo

Un percorso "ragionevole - ha spiegato oggi Durigon al Corriere della Sera - prevede, dopo i primi 18 mesi di reddito, che si possa andare avanti al massimo per altri due anni e mezzo, ma con un décalage", ovvero con il taglio progressivo del sostegno economico. Secondo il nuovo schema proposto dalla Lega, dopo 18 mesi senza lavoro il percettore vedrà sospendersi il sussidio e sarà inserito in un percorso di politiche attive del lavoro, come per esempio corsi di formazione adatti al suo profilo e alle richieste delle aziende. Il percorso potrebbe a quel punto essere retribuito con i soldi del fondo sociale europeo.

Se dopo 6 mesi il lavoro ancora non arriva, il percettore potrà richiedere di nuovo il reddito di cittadinanza, ma con un taglio del 25% dell'assegno e una durata ridotta di 12 mesi, durante i quali dovrebbe continuare a fare formazione. In caso di fallimento anche di questo percorso, tornerà la sospensione di sei mesi del sussidio, che potrà essere di nuovo richiesto, ma stavolta "solo per 6 mesi con un importo decurtato di un altro 25%".

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