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Basket, playoff serie B | Libertas ko in gara 1 con Vigevano, Andreazza: "Bene i primi venti minuti, ma le partite ne durano quaranta..."

L'analisi del tecnico amaranto dopo la sconfitta nel primo confronto con i gialloblù di coach Piazza: "Quando abbiamo preso tre bombe di fila di Peroni abbiamo perso lucidità. Costretti a rincorrere, abbiamo sbagliato sia in attacco che in difesa. Adesso resettiamo"

C'è delusione negli occhi di coach Andreazza dopo gara 1 di finale playoff serie B (tabellone 1) persa 62-78 contro Vigevano. La Libertas Livorno esce sconfitta dal PalaTenda e dopo gara 1, così come era stato con Desio, è già costretta a rincorrere. Lo ha fatto, per altro, per tutto il secondo tempo, quando il parziale di 9-0 firmato dalle triple di Peroni (da 32-29 all'intervallo a 32-38) ha indirizzato una partita che ha mandato in tilt gli schemi offensivi e il piano difensivo della Libertas, crollata sotto una pioggia di bombe scatenata da sette diverse bocche da fuoco gialloblù. Troppo per una squadra che, persa la lucidità e vanificato il vantaggio inziale (21-12 all'11'), ha sentito anche la fatica di una semifinale massacrante costata una settimana di riposo in meno rispetto al quintetto di Piazza.

Che, lo sapevamo già, è una signora squadra. Comunque battibile, purché adesso si torni a mantenere alto il livello per quaranta minuti, si ritrovino giochi e punti anche dagli esterni - appena 9 quelli messi a segno tra Ricci (7), Saccaggi (2) e Sipala (0/2 da tre) - ed anche soluzioni individuali da parte di chi ha doti tecniche superiori alla media e alla categoria. Ad ogni modo, spetterà ovviamente a coach Andreazza trovare la chiave per riportare subito la serie in parità e ai suoi ragazzi mettere in campo una prestazione da grande squadra come, da inizio stagione, più volte hanno fatto vedere. 

Libertas Livorno- Pallacanestro Vigevano 62-78: pioggia di bombe sugli amaranto, la Elachem si prende gara 1

Coach, si riparte dallo 0-1: più i meriti di Vigevano o le mancanze della Libertas?
"Innanzitutto
prima di resettare bisogna fare i complimenti a Vigevano. Sapevamo che era una signora squadra, non si è mai scomposta. Probabilmente col primo tempo che avevamo fatto qualsiasi squadra poteva essere sotto almeno di una decina di punti, che non ti davano diritto a poter pensare di averla già vinta, ma sicuramente loro hanno esperienza, chili, centimetri, talento per rimanere in partita anche nei momenti di difficoltà. E così è stato. Poi noi nel secondo tempo su quell’un-due-tre di Peroni ci siamo un po’ disuniti e anche cose che avevamo messo in preventivo - tipo le bombe dei loro lunghi che nel primo tempo pur essendoci state non erano stato un problema - abbiamo avuto paura e siamo arrivati in ritardo su tutto. Prima si è infiammato Benites, poi Mercante e noi abbiamo dovuto correre dietro a troppe situazioni non preventivate".

Cosa nono ha fatto e cosa deve fare adesso la squadra?
"Adesso, come sempre, bisogna far tesoro di quello che si può sistemare a livello tattico, però bisogna che qualche prestazione individuale sia migliore sennò facciamo fatica. La Libertas sa come si fa a resettare ma è sempre più difficile perché il livello dei competitor si alza e quello delle energie si abbassa ed è per questo che c'è bisogno di tutto. C'è bisogno della tecnica, della tattica, delle prestazioni individuali, del saper resistere in determinati momenti. Queste partite qua, purtroppo o per fortuna perché sono delle finali, si devono giocare nell'arco dei 40 minuti e noi stasera non lo abbiamo fatto". 

Fantoni su Laudoni era una scelta? Speravi che attaccasse più sotto canestro?  
"È una scelta che poteva pagare e invece non ha pagato perché Laudoni ha fatto quello che non sempre fa, cioè canestro da tre punti. Avevamo anche preparato, col poco tempo che avevamo a disposizione, delle alternative: poi, quando ti esplode il cervello combinato a un mix di mancanza di energie e troppe situazioni tattiche su cui sei costretto a rincorrere, è diventato un fattore anche il tiro da tre di Laudoni. Lo avevamo messo in preventivo che potesse esserci, al netto di una prestazione migliore sugli esterni che invece abbiamo fatto solo per i 20 minuti". 
 
E dopo i primi venti minuti cosa è successo? 
"Vigevano vince se giocano bene tutti o se giocano bene i loro esterni. Nei primi 20 minuti eravamo sopra facendo bene il piano partita, il terzo quarto invece lo abbiamo praticamente regalato: siamo stati scarsi dal punto di vista offensivo sia di idee che di esecuzione e anche difensivamente abbiamo scricchiolato". 

Vigevano invece ha difeso forte sugli esterni. È stata quella la chiave? 
"Lo sapevamo, è il lor marchio di fabbrica per cui non c'erano sorprese. Bisogna fare qualcosa a livello tattico, giocare una pallacanestro migliore su tutti i lati del campo, fare bene i blocchi, usarli, fare bene i pick and roll, passarsi la palla sulle mani e non sui piedi. A quel punto le cose diventano più semplici".  

Quanto ha pesato la stanchezza? 
"Non creiamo alibi. Vigevano in questo momento è più forte di noi, dobbiamo trovare il modo per vincere gara due e provare ad allungare la serie. Perché poi sono serie, come si è visto con Desio, che se entra anche un tarlo tecnico, un'invenzione, qualcosa può allungarsi la serie e allora la stanchezza si sente per tutti. Non dimentichiamo che Vigevano, con merito perché ha vinto la semifinale tre a zero, era dieci giorni che preparava. Quindi all'inizio era normale che avesse difficoltà nel mettersi in moto dopo dieci giorni fermi, però a lungo andare ha fatto la partita che doveva fare".  

Adesso si torna al PalaMacchia, può essere un fattore?
"Spero in una cornice di pubblico grandiosa, tante persone possono essere un trasporto in più per i giocatori. Ma io ai ragazzi devo dire qualcosa a livello tecnico. Dal punto di vista emozionale, invece, non c’è niente da dire. Perché se a questo livello uno non ha le motivazioni per giocare queste partite è meglio che stia a casa".

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