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Morte Denny Magina, un anno fa la tragedia che ha sconvolto Livorno. La famiglia: "Non doveva finire così, ora giustizia" | VIDEO

A 12 mesi dai fatti di via Giordano Bruno i genitori Erika e Sky e la sorella Asya raccontano quanto è difficile andare avanti: "Siamo sopravvissuti rimanendo uniti e con l'affetto di tante persone. Ma adesso è il momento della giustizia, la pretendiamo"

"Come siamo riusciti ad andare avanti? Nell'unico modo possibile, restando uniti". È passato un anno dalla tragica notte del 21 agosto 2022, quando il corpo del 29enne livornese Denny Magina venne trovato a terra dopo un terribile volo dal quarto piano di un alloggio popolare di via Giordano Bruno, alla Guglia. Precipitato dalla finestra di un appartamento occupato abusivamente da spacciatori e lasciato a terra prima dell'arrivo dei soccorsi. Denny sarebbe poi morto all'ospedale di Livorno, poche ore dopo. 

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A dodici mesi di distanza, con un'inchiesta in corso da parte della Procura della Repubblica di Livorno volta ad accertare con esattezza quanto accaduto, la famiglia ha organizzato per martedì 22 una fiaccolata in sua memoria. In molte occasioni i tanti amici del ragazzo si sono stretti attorno a babbo Sky, a mamma Erika e alla sorella Asya, facendo sentire loro tutto l'affetto possibile per una tragedia che ha sconvolto la città. E anche stavolta sarà così. "Denny ci manca -spiega Erika Terreni, la mamma di Denny -, proprio fisicamente. Io vivo a metà, una parte in cielo e l'altra in terra, perché ho Asya". 

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"Quando suonarono i carabinieri capii subito che la situazione era grave, e pensai 'Prendi me, prendi me'"

Ripercorrere quei drammatici minuti è un colpo al cuore. "Quando vennero a suonare i carabinieri capii subito che la situazione era grave, e pensai ‘Prendi me, prendi me'. Siamo sopravvissuti restando uniti - ha proseguito -, con l'affetto di tutti gli amici di Denny che sono eccezionali e con le tante persone che abbiamo conosciuto strada facendo e che mai ci hanno lasciati soli, dal nostro avvocato Andrea Ghezzani ai carabinieri che hanno lavorato benissimo e con grande umanità". Un affetto che non è mai venuto meno e che ha fatto sentire la famiglia di Denny meno sola in questo dramma. 

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Una situazione che però, in alcuni casi, ha portato anche tanti giudizi che hanno ferito la famiglia. "Ne sono stati espressi molti, tanti dei quali non richiesti - incalza Asya, la sorella di Denny, - molte persone si sono chieste cosa ci facesse mio fratello lì quella notte. Il giudizio non deve esserci da parte di esterni - spiega - ma solo da parte della famiglia, siamo noi a vivere le dinamiche interne. E non si sa che cosa succede dentro una famiglia. Denny - prosegue Asya - era una persona in gamba e intelligente, matura rispetto all'età che aveva. Socievole verso gli altri, con dei valori importanti dati dai nostri genitori. Il giudizio esterno spesso non interessa, ma ferisce, e in questa situazione chiedo a tante persone di farsi un esame di coscienza, perché può fare davvero male. Il dolore è già estremo - ha concluso -, e se si aggiungono anche certe illazioni è ancora peggio".

Che cosa sia successo quella notte in via Giordano Bruno è tuttora al vaglio della magistratura. "Un ruolo centrale sicuramente l'hanno avuto le persone che erano in quella casa, ma ancora non sappiamo quale sia stata la dinamica esatta"."Di certo - conclude la famiglia - non doveva finire in questo modo. C'è stata una omissione di soccorso, Denny forse si poteva salvare, e su questa cosa non possiamo chiudere gli occhi. Vogliamo giustizia per quello che è successo". 

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