Lutto nella sanità: addio al professor Guido Atzeni, ex primario di Radioterapia oncologica all'ospedale
Il ricordo dei colleghi: "Rese il reparto una delle eccellenze del nosocomio". I funerali si terranno il 19 marzo, alle 11 al Santuario di Montenero
La sanità livornese piange la scomparsa del professor Guido Atzeni per oltre 20 anni alla guida della Radioterapia Oncologica dell'ospedale di Livorno. A darne notizia è stata la stessa Asl nella mattina di oggi, venerdì 18 marzo. I funerali di Atzeni, che lascia la moglie Gabriella e i figli Tommaso, Francesco, Nicoletta e Valentina si terranno domani, sabato 19 marzo, alle 11 al Santuario di Montenero. Manrico Bosio, presidente del collegio dei primari, ricorda così il medico: "I dottori della mia generazione lo ricorderanno come una pietra miliare della storia dell'ospedale e dell'oncologia Livornese dove arrivò nel 1978 ed andò in pensione nel febbraio del 2002. Grazie alla sua grande preparazione ed alla sua enorme cultura e capacità clinica fece crescere la radioterapia e l'oncologia di importanza tanto da ottenere la stima e il riconoscimento a livello nazionale".
"Riuscì a sviluppare - continua Bosio - la radioterapia del nostro ospedale anche dal punto di vista tecnologico: agli inizi degli anni Ottanta fu acquistata un'apparecchiatura per il trattamento endocavitario delle neoplasie ginecologiche. Ricordo sempre il grande successo ed ammirazione dei colleghi italiani quando esponemmo la nostra tecnica e soprattutto lo studio 3D della distribuzione di dose nella sede neoplastica. Contribuì, inoltre, ad introdurre la multidisciplinarietà nel decisionismo diagnostico e terapeutico della patologia neoplastica che poi sfociò nei Gruppi oncologici multidisciplinari (Gom). Fu uno dei principali organizzatori del Cord (Centro Oncologico di Riferimento Dipartimentale) di cui ne era direttore".
"Il professor Atzeni - conclude Bosio - ha insegnato la diagnostica radiologica, la clinica oncologica e radioterapica a quasi tutta la mia generazione di oncologi radioterapisti e ho avuto la fortuna di averlo a fianco come primario fin da quando avevo 26 anni ed è stato, per me come un 'babbo' scientifico trasferendomi tutta la pratica clinica e tecnica di una disciplina complessa come la radioterapia".
