rotate-mobile
Salute

Celiachia: sintomi e terapia

Circa l'1% della popolazione mondiale soffre di questa malattia autoimmune scatenata dall'intolleranza al glutine

Circa l'1% della popolazione mondiale soffre di celiachia. Si tratta di una malattia autoimmune che causa un'infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dal consumo di alimenti contenenti glutine in soggetti particolarmente predisposti. In queste persone, infatti, il glutine, proteina contenuta in alcune varietà di cereali quali frumento, segale, orzo e farro, attiva il sistema immunitario, che, erroneamente, attacca il tessuto sano della parete intestinale.

Si tratta di un disturbo, più frequente tra le donne (due casi su tre), che può svilupparsi in qualsiasi età e nel quale la componente genetica ricopre un importante ruolo: i parenti di primo grado di individui affetti da celiachia hanno infatti una probabilità del 15-20% in più, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare questa malattia.

Sintomi

Chi soffre di celiachia non ha problemi causati dal contatto epidermico con il glutine, ma esclusivamente dalla sua ingestione. I sintomi sono prevalentemente gastrointestinali, ma possono essere anche di natura extra-intestinale. Questi sono quelli più frequenti:

  • diarrea;
  • gonfiore addominale;
  • dolori addominali:
  • nausea:
  • vomito;
  • perdita di peso e di energia, in conseguenza al malassorbimento intestinale;
  • perdita dell'appetito;
  • carenza di ferro con anemia;
  • osteoporosi;
  • carenza di vitamine e/o di minerali;
  • crescita lenta nei bambini.

I test per la diagnosi della celiachia

In presenza dei questi sintomi, è consigliabile sottoporsi a test specifici, capaci di diagnosticare con sicurezza la celiachia. La celiachia, se non trattata, può infatti portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale.

  • Un test di primo livello per la diagnosi è rappresentato dalle analisi del sangue, con le quali si individua la presenza e la quantità di alcuni anticorpi. I risultati degli esami vengono utilizzati per determinare se vi sia o meno la necessità di ricorrere alla gastroscopia con biopsia.
  • La gastroscopia con biopsia è un esame necessario per confermare la diagnosi di celiachia in età adulta (ma non sempre necessario in età pediatrica): questo esame prevede l'analisi al microscopio di un piccolo frammento di mucosa intestinale per verificare se vi sono alterazioni del tessuto tipiche della celiachia.
  • Infine, è possibile effettuare un test genetico in cui, tramite prelievo di sangue, si determina la presenza di uno o entrambi i geni HLA-DQ2 e DQ8 (gli aplotipi di predisposizione per la celiachia), la cui presenza però indica soltanto che quel soggetto è predisposto allo sviluppo della celiachia. La diagnosi viene infatti effettuata valutando il quadro clinico, gli altri dati di laboratorio e l'esame istologico del frammento di mucosa intestinale. Questo test è quindi importante solo per escludere la celiachia: il mancato riscontro degli aplotipi HLA-DQ2 e/o DQ8, infatti, determina una fortissima improbabilità (circa al 95%) che quell'individuo svilupperà questa malattia.

È importante tenere a mente che, per non rischiare di ottenere risultati falsati, tutti gli esami per la diagnosi di celiachia vanno effettuati senza aver prima eliminato il glutine: per coloro che hanno già cominciato una dieta priva di glutine, potrebbe essere necessario eseguire una nuova serie di esami dopo aver consumato alcuni alimenti con glutine in un pasto al giorno per 2-6 settimane.

Terapia

Per i soggetti che soffrono di celiachia, l'unica terapia è costituita dal rispettare una dieta completamente priva di glutine. Dopo aver rimosso il glutine dalla dieta, il danno intestinale comincia a guarire in poche settimane, mentre la diminuzione dei livelli di anticorpi avviene nel corso di alcuni mesi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Celiachia: sintomi e terapia

LivornoToday è in caricamento