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Cronaca Ospedale

Coronavirus Livorno, all'ospedale il ricordo di chi non ce l'ha fatta: "Non sarete dimenticati"

Toccante cerimonia nel giardino antistante la chiesa del nosocomio con le preziose testimonianze di personale sanitario e persone che hanno perso i propri cari. In memoria delle vittime è stato piantato un albero di magnolia in prossimità del reparto Covid

C'erano tutti. Dottori, infermieri, Oss, operatori delle pulizie, ex pazienti e familiari di vittime del Coronavirus. Tutti hanno voluto rendere omaggio, nella mattina di oggi giovedì 30 luglio, a chi non ce l'ha fatta a sconfiggere questo virus. Tutti si sono sentiti un'unica grande famiglia perché il personale dell'ospedale ha fatto da tramite, per mesi, tra i pazienti e i parenti, regalando sorrisi a chi era ricoverato e cercando di rincuorare, nei limiti del possibile, chi era costretto a stare a casa senza la possibilità di dare, in molti casi, l'ultimo saluto a un proprio caro.

Coronavirus all'ospedale di Livorno si ricordano le vittime

E così nel giardino del nosocomio di Livorno, per volontà dell'amministrazione, si è tenuta una cerimonia molto toccante per ricordare chi non è più tra noi e lo sforzo fatto da tutto il personale sanitario e non durante quei mesi infermali. Al termine delle varie testimonianze, sono stati letti dal parroco don Placido Bevinetto i nomi dei pazienti morti all'ospedale di Livorno per Covid e, per ciascuno di loro, sono state deposte due ceste di rose rosse ai piedi dell'albero di magnolia piantato in prossimità del reparto Covid in memoria delle vittime.

All'ospedale di Livorno il ricordo delle vittime per Coronarivus: "Nessuno è rimasto da solo"

Coronavirus all'ospedale di Livorno si ricorda le vittime

Il direttore del nosocomio, Luca Carneglia, ricorda con dolore quanto avvenuto: "Tutti portiamo e porteremo addosso per sempre non solo il carico emotivo ancora in sospeso, ma anche i nomi, i volti, gli occhi dei 163 pazienti che abbiamo avuto in ospedale e soprattutto dei deceduti dei quali siamo stati custodi degli ultimi saluti rivolti ai loro cari. Se siamo qui oggi è perché teniamo a ricordare come piccolo conforto alle loro famiglie, ma anche a tutti noi, che nessuno è rimasto da solo”.

Spartaco Sani: "Non chiamateci supereroi"

Coronavirus all'ospedale di Livorno si ricorda le vittime

Il primario di Malattine infettive elogia il lavoro fatto dal personale: "Abbiamo gestito tantissimi pazienti e devo fare i complimenti all'impegno e allo spirito di tutti gli operatori che non sono mai arresi. Tutti abbiamo combattuto con una malattia della quale non sapevamo nulla e nessuno era preparato ad affrontare tutto ciò. Non siamo supereroi, ma operatori del servizio sanitario che rappresenta un elemento fondamentale del nostro Paese". Un'ultima battuta sul Coronavirus: "Guai a pensare che la pandemia sia finita anche se penso che quanto abbiamo vissuto non ricapiti. Se così fosse invece vorrà dire che le istituzioni non hanno fatto bene il proprio dovere". 

Il ricordo di una familiare: "Grazie per l'umanità trasmessa a me e mio padre"

Moira invece racconta la perdita del padre e il non poter essergli stata accanto: "La mia famiglia ha preso contatto presto con quanto stesse accadendo e si viveva come in una dimensione fantasma. Ringrazio tutti per quanto fatto e anche io credo che non siate supereroi, ma essee umani con preziose conoscenze. Se oggi siamo qui è per rendervi omaggio e ricordare chi non ce l'ha fatta. Mio padre me lo voglio ricordare sano, con mia figlia in braccio e non intubato e dimagrito. Nelle telefonate con il personale medico ho percepito tantissima umanità, la stessa che è stata dimostrata verso mio padre nei giorni prima che ci lasciasse". 

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