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Cronaca Sorgenti

Guerriglia tra ultras alle Sorgenti, il sindaco: "Solidarietà al vigile aggredito in moto, incomprensibile la gestione dei tifosi"

L'intervento del sindaco sugli scontri di domenica scorsa 25 febbraio tra i tifosi della Massese e gruppi di livornesi: "Da giorni minacciavano di mettere a ferro e fuoco il quartiere e sono stati fatti venire"

La condanna, inevitabile, dell'aggressione all'agente della Municipale atterrato con un calcio da un ultras durante la guerriglia di domenica scorsa 25 febbraio tra le strade del quartiere Sorgenti al termine della partita tra PLS e Massese. E quella, ferma, alla gestione dell'ordine pubblico, considerata i rischi previsti per un incontro giudicato a rischio in virtù delle minacce social dei giorni precedenti e di quanto accaduto l'anno scorso. Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, interviene sugli scontri tra tifosi dopo le ultime immegini video che riprendono l'aggressione a un poliziotto della Municipale e lo fa solidarizzando con l'agente colpito ma anche condannando la modalità con cui si è deciso di controllare il flusso dei tifosi massesi. "Chi ha compiuto quel gesto ha fatto una cosa assurda - dice il sindaco -, senza senso e assolutamente da condannare. Esprimo solidarietà e vicinanza all'agente della Municipale che era li a fare il suo prezioso lavoro e che per fortuna ha riportato solo lievi conseguenze. Una cosa inconcepibile che si unisce a tante altre situazioni inaccettabili scaturite dalla gestione complessiva di un pomeriggio di paura".

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"La Digos - ha proseguito in sindaco - sta indagando su ciò che è accaduto e siamo in attesa di capire la dinamica di tutto ciò che è successo alle Sorgenti. Di certo tutto nasce dalle scelte di gestione del flusso dei tifosi Massesi a Livorno che non riesco proprio a comprendere. Erano giorni che sui social annunciavano che sarebbero arrivati a mettere a ferro e fuoco il quartiere e si è deciso di lasciarli venire persino con tifosi della Lucchese e altri stranieri al seguito per dare manforte, con rischi per le persone, i cittadini che abitano il quartiere, i familiari degli atleti e le forze di polizia di Livorno. E poi cosa si fa? Si vieta ai livornesi la trasferta a Seravezza sette giorni dopo".

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