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Cronaca Porto Azzurro

Coronavirus Elba, a Porto Azzurro si misura la febbre in strada e nei centri commerciali

L'ordinanza del sindaco Papi: "È un ottimo sistema di screening, una carta in più che ci giochiamo contro questo virus"

Nuova stretta contro la diffusione del Coronavirus nel comune di Porto Azzurro, dove da ieri viene misurata la febbre a tutte le persone che vanno a fare la spesa e a chiunque venga fermato dalla polizia locale nel corso di normali controlli su strada. Tutto è stato messo nero su bianco nell'ultima ordinanza firmata dal sindaco Maurizio Papi, che continua a prendere decisioni drastiche pur di preservare la salute dei suoi cittadini.

"Abbiamo acquistato cinque termometri a infrarossi - spiega Papi a LivornoToday -, gli stessi in dotazione alla protezione civile. Tre sono stati dati ad alcuni volontari che presidiano, in accordo con le proprietà, gli ingressi dei tre centri commerciali a Porto Azzurro, cioè le due Coop e un Conad, e altri due ai nostri agenti della polizia locale. Chiunque entra nelle attività viene sottoposto a misurazione della febbre e se la temperatura corporea è pari o superiore a 37,5 viene negato l'accesso. Non solo: la persona viene mandata a casa e immediatamente parte la segnalazione all'Ausl per tutti i provvedimenti del caso".

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Il sindaco di Porto Azzurro era stato il primo a restringere la mobilità dei cittadini sull'Isola, partendo lo scorso 20 marzo con la concessione di una sola ora d'aria al giorno per tutti entro i 100 metri dalla propria abitazione, chiudendo l'accesso alle spiagge e consentendo due uscite con il cane in 12 ore. Provvedimenti che, a ruota, hanno pian piano adottato anche i primi cittadini degli altri comuni elbani. E Papi ha reso obbligatorio anche ciò che sembrava un'utopia: misurare la febbre a tutti.

È vero che a Porto Azzurro i centri commerciali sono solo tre e che il territorio può essere meglio controllato, "ma se tutti fanno la loro parte il peggio si scongiura". Almeno questo il parere del sindaco longonese, che aggiunge: "La misurazione della febbre ai cittadini potrebbe essere adottata in tutta l'isola, è una cosa semplice e non costa miliardi - conclude Papi -. I termometri noi li abbiamo pagati circa 160 euro ciascuno, e crediamo che sia una spesa più che sostenibile. È un ottimo sistema di screening, ed è una carta in più che ci giochiamo contro questo virus. Anche tutte le persone che circolano a Porto Azzurro e sono fermate dalla polizia locale per i controlli vengono sottoposte al controllo della temperatura, perché questo ci aiuta a capire chi si muove sul territorio, e lo stato di salute della comunità che rappresento".

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