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Cronaca

"I sogni di Jo", clonate le carte dell'associazione. La mamma: "Gesto ignobile, con quei soldi aiutiamo tanti bambini"

Sottratta dai conti una cifra che si aggira intorno ai cinquemila euro. Irene Ceneri: "Siamo sempre trasparenti e onesti, ma non è la prima volta che veniamo derubati"

Hanno clonato due carte postapay e sottratto alle casse dell'associazione "I sogni di Jo" circa 5mila euro. Un gesto ignobile commesso da ignoti sui quali indagheranno i carabinieri e la polizia postale. Un gesto che, nonostante la gravità, non basterà a spegnere il sorriso e i sogni di Jo e dei suoi genitori, appena rientrati dalla Florida dove la bimba (tre anni) è stata operata al Paley Institute. Tre interventi, oltre 12 ore a operazione, tutori, fisioterapia e otto mesi di permanenza negli Stati Uniti resi possibili dalla generosità di tante, tantissime, persone che fanno sacrifici per raccogliere fondi. Fondi che la famiglia di Jo sta continuando a raccogliere in previsioni delle prossime operazioni ma anche per aiutare altri bambini bisognosi di cure costose.

Irene Ceneri: "Quei soldi servono per il futuro di nostra figlia e di altri bambini" 

"Fa male soprattutto il pensiero che dei balordi hanno avuto il coraggio di rubare dei soldi che servono a costruire il futuro di nostra figlia e di altri bambini che con la nostra associazione stiamo aiutando - racconta a LivornoToday Irene Ceneri, la mamma di Jo -. Noi siamo sempre estremamente trasparenti e rendiamo pubblica ogni offerta che viene fatta a Jo, usiamo quei soldi esclusivamente per le operazioni della bambina ed è strano che siano riusciti a entrare nel conto. Gli acquisti sono stati fatti in negozi fisici, ma le carte le abbiamo noi, quindi hanno clonato il numero e lo hanno trasferito su altre carte".

"Gesto ignobile, centinaia di persone fanno sacrifici per questi piccoli"

Appena si sono resi conto dell'ammanco i genitori di Jo hanno immediatamente bloccato le carte e si sono rivolti ai carabinieri. "Purtroppo non è la prima volta che veniamo derubati - continua Irene -, già l'anno scorso con la scusa di fare una donazione una società ci ha chiesto i documenti dell'associazione e ha acquistato dei telefoni a nostro nome e, spesso, sono stati rubati i barattoli che tanti locali espongono come salvadanaio". "La pagina Facebook - continua Irene - è seguita da quasi 50mila persone e purtroppo ci saranno delle mele marce che tengono d'occhio eventi e donazioni e che, quindi, erano al corrente del fatto che ultimamente erano stati caricati dei soldi su quelle carte. Speriamo che non ricapiti perché abbiamo tanti progetti".

La piccola Jo, che adesso può finalmente cominciare a camminare, non ha infatti terminato il suo percorso di cure e il prossimo anno si sottoporrà al secondo step di interventi per allungare la gamba destra e terminare il posizionamento del piedino. "Oltre a Jo ci sono altri bimbi che stiamo cercando di aiutare con le nostre raccolte  - dice ancora Irene -, nessun furto è accettabile ma in questo caso è davvero ignobile, ci sono in ballo i sacrifici di centinaia di persone e, soprattutto, il futuro di questi piccoli".

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