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Cronaca

Moby Prince | Morto Angelo Chessa, il fratello Luchino: “La sua scomparsa ci distrugge, ma continueremo a combattere”

Il figlio del comandante del traghetto a bordo del quale nel 1991 morirono 140 persone è venuto a mancare sabato 11 giugno all’età di 56 anni

"La sua scomparsa ci distrugge". Così Luchino Chessa, figlio del comandante del Moby Prince, Ugo Chessa, scrive a poche ore dalla scomparsa del fratello Angelo, a soli 56 anni, a causa di una malattia contro la quale lottava da tempo. Insieme, da anni, ovvero da quando nelle acque di Livorno nel 1991 a bordo del Moby morirono 140 persone, hanno chiesto giustizia in ogni luogo possibile per far luce su quello che, ad oggi, resta il più grande disastro della marineria civile italiana. Angelo Chessa era sempre stato in prima linea con l'obiettivo di riabilitare il nome del padre, e anche nell'aprile scorso era a Livorno per partecipare alla consueta giornata in ricordo delle vittime del Moby.

Moby Prince, 31 anni fa la tragedia: "Una ferita ancora aperta, la verità deve arrivare"

"Grazie al suo spirito combattivo la strage del Moby Prince non è mai entrata nell'oblio"

"E' un giorno triste - ha scritto ieri Luchino Chessa in una nota firmata anche da Nicola Rossetti, presidente dell'associazione 140 familiari vittime Moby Prince -. Un giorno che non avremmo mai voluto. La scomparsa di Angelo Chessa ci fa male, ci distrugge. 31 anni di battaglie e Angelo sempre in prima linea e apripista, una forza che ha tramesso a tutti coloro che hanno combattuto con lui e a tutti coloro che si sono avvicinati alla storia del Moby Prince. Ha vissuto più della metà della vita a combattere per la verità sulla strage del Moby Prince, seguendo la rotta della verità e superando gli ostacoli infiniti messi da chi la verità non ha mai voluta che emergesse".

"Con una commissione parlamentare di inchiesta a pochi mesi dal suo termine con importanti risultanze che verranno pubblicate a fine legislatura e due procure della Repubblica, Livorno e Firenze, che stanno lavorando su aspetti inquietanti, Angelo si è dovuto fermare definitamente. Avremo Angelo sempre nel cuore e lo ringraziamo all’infinito per tutto quello che ha fatto. Grazie al suo spirito combattivo - hanno concluso - la strage del Moby Prince non è mai entrata nell’oblio e noi continueremo a combattere fino a che non verrà fatta giustizia. Adiosu Angelo. Non ci fermeremo mai!".

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