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Cronaca

Pronto soccorso al collasso, l'assessore regionale Bezzini: "Disagio medici comprensibile, organizzazione da riformare insieme"

Il titolare della delega alla Salute della Regione Toscana dopo l'ultimatum dei professionisti di Emergenza e Urgenza: "Problema ventennale, ecco come ci stiamo muovendo: presenteremo ai professionisti la riforma, ma serve anche un piano speciale del governo"

L'ultimatum dei medici di pronto soccorso della Toscana, decisi a dimettersi in massa "se la Regione non interverrà per risolvere una situazione tragica", ha riaperto il dibattito sulle criticità del servizio di Emergenza e Urgenza. Nel mirino della missiva inviata a ministero, presidente della Regione e Asl c'è la politica sanitaria regionale, secondo i professionisti responsabile di "non aver preso provvedimenti efficaci" per arginare le problematiche di mancanza di personale e posti letti, di iperafflusso di pazienti e, più in generale, incapace di far fronte a "gravi carenze organizzative". A intervenire sulla questione, interpellato da LivornoToday, è l'assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, che non promette ricette miracolose ma assicura la massima attenzione sul tema, a partire dalla "ferma volontà di investire sulle risorse assumendo personale" fino a quella di presentare una riforma, in parte già avviata, da condividere con gli stessi medici.

Bezzini: "Servono misure ad hoc nel breve termine, una riforma organizzativa e un piano speciale del governo"

"Non è mia consuetudine nascondersi né fare promesse, dico subito che il tema è complesso e che questa è una storia di venti anni che adesso ci presenta il conto - spiega Bezzini -. Ma il disagio dei professionisti, che a maggior ragione in questo periodo stanno facendo un lavoro straordinario, è più che comprensibile. Trovare delle soluzioni nell'immediato, però, non è semplice e la questione va sviscerata sotto diversi aspetti: le misure ad hoc per i pronto soccorso e una riforma più complessa, già avviata e che presenteremo alle aziende territoriali e ai medici tra tre settimane. Oltre a ciò, però, serve un piano speciale del governo che incontreremo la prossima settimana e al quale, così come fatto con il precedente, abbiamo già presentato una serie di iniziative".  

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Bezzini analizza a fondo la questione iniziando da quanto messo in pratica finora. A partire, notizia di ieri 1 marzo, dallo sblocco delle indennità di pronto soccorso (90euro in più al mese): "Si tratta di un atto importante - dice - che abbiamo assunto non appena ci sono state le condizioni, ma non è assolutamente sufficiente per venire incontro alle istanze degli operatori dei pronto soccorso, primo perché.riguarda soltanto il personale del comparto e non la dirigenza medica, e poi perché per affrontare i problemi dell’emergenza urgenza serve appunto un piano speciale del governo che aumenti strutturalmente le retribuzioni e consenta innovazioni organizzative".

Incominciando magari dalle assunzioni e da una adeguata revisione dei contratti (un medico di pronto soccorso guadagna esattamente quanto un collega di continuità assistenziale, ndr). "Certamente - continua - il problema è proprio la difficoltà nel trovare le risorse. È stato bandito un concorso per medici di Emergenza e Urgenza ma l'esito è stato scarso e poco meglio è andato quello regionale per utilizzare gli internisti in pronto soccorso per due anni. La giunta regionale ha inoltre deliberato un provvedimento che implementa l'organizzazione per i flussi in uscita dal pronto soccorso e in alcuni casi abbiamo avuto buoni risultati, motivo per cui sollecitiamo tutte le Asl ad andare in quella direzione. Tra due o tre settimane, infine, presenteremo ai medici e alle aziende territoriali una riforma organizzativa proprio per confrontarci con loro e ascoltare esigenze e suggerimenti, mentre tra una settimana il coordinatore di tutti gli assessori regionali incontrerà il ministro illustrandogli l'esigenza di un piano speciale le cui linee guida sono già state presentate anche ali governi precedenti"- 

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Nuova organizzazione, dunque, in una riforma in parte già avviata e che Bezzini anticipa così: "Tutte queste misure che stiamo intraprendendo - spiega l'assessore - servono a limitare i problemi nel breve periodo, non a eliminarli. Lo sblocco delle risorse e i riconoscimenti ulteriori, pure. Fondamentale è dunque la prospettiva, ma i risultati di una riforma complessa, per quanto già avviata, si vedranno tra qualche anno. Mi riferisco ad esempio alle case di comunità, e poi agli ospedali di comunità, che saranno realizzati con i fondi del PNRR e che, grazie alla presenza fissa di personale medico e infermieristico, contribuiranno a limitare gli accessi al pronto soccorso. Il nuovo numero 116 e 117 per prestazioni non di emergenza sarà un altro elemento per alleggerire i pronto soccorso, così come la riforma della continuità assistenziale e del 118. Ma, soprattutto per gli ospedali di comunità, serviranno almeno tre anni prima di vederne i benefici sull'intero sistema sanitario".

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