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Livorno, è il giorno dell'iscrizione al campionato: alle 18 scade il termine per chiedere l'ammissione in serie D

Spinelli mette i soldi che mancano ai piemontesi per iscriversi, ma prima c'è da revocare la liquidazione ed azzerare il capitale. Ma andare avanti con questa società sarebbe comunque un fallimento

Ammettiamo anche che Spinelli e i piemontesi riescano a iscrivere il Livorno al campionato (qui l'aggiornamento alle 19 di giovedì 22 luglio), evitando un fallimento che da un anno incombe sulla società di via dell'Indipendenza. Ebbene, difficilmente riusciremmo a gioire se non per quei pochi dipendenti che conserverebbero il loro posto, alcuni anche con stipendi importanti che chissà come sarebbero garantiti.

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Sì, perché questa società, ormai è conclamato, non può considerarsi più affidabile neppure per una stagione nei dilettanti: non ha i soldi per fare niente senza il bancomat genovese, ma non risponde neppure alle proposte di acquisto come se non volesse lasciare il Livorno. Che, alle 18 di oggi 22 luglio, dovrà appunto presentare documenti e versamenti per l'iscrizione al campionato di serie D, passando appunto prima da un'assemblea convocata in extremis per revocare la messa in liquidazione, azzerare il capitale e quindi chiedere l'ammissione nei dilettanti. In caso contrario, sarà escluso dal campionato, con il conseguente fallimento e 106 anni di storia cancellati. 

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Un dramma sportivo che, tuttavia, i tifosi amaranto sarebbero anche disposti ad affrontare pur di liberarsi di Spinelli e dei piemontesi (da Aimo a Cornaglia, da Presta a Casella), con l'amministrazione comunale pronta a intraprendere altri percorsi sportivi e che potrebbe anche continuare a negare lo stadio al Livorno. D'altronde, nessuno crede più a chi vanta curricula fallimentari proprio in società di calcio. E la soluzione prospettata dal liquidatore Gherlone, probabilmente rimanderebbe il fallimento soltanto di un po'.

Ammesso che legislativamente percorribile, infatti, l'idea del liquidatore di trasferire il debito dell'As Livorno calcio srl in un altro ramo aziendale legato al patrimonio immobiliare - dunque collegato soltanto ai terreni di Fauglia - aprirebbe l'inquietante scenario di proseguire ancora con chi ha trascinato il Livorno al punto più basso di sempre. Sarebbe davvero troppo dopo quanto subito nell'ultimo anno, quando si sono visti giocatori lasciati andar via per pochi spiccioli che nessuno è riuscito a raccattare, trasferte pagate con bancomat personali, ristoranti che non hanno smesso di servire pranzi o cene per conti arretrati da saldare. 

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