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Caos Livorno, Spinelli attacca: "Cacciato da tifosi e stampa. Tornerò nel calcio, ma non qui"

L'ex patron amaranto, in diretta televisiva, ha annunciato la volontà di cedere il restante 10% delle sue quote: "Ancora cattiverie e ingiurie nei miei confronti, adesso non ne voglio più sapere"

Uno sfogo duro, durissimo. L'ormai ex presidente del Livorno Aldo Spinelli, intervenuto domenica 27 settembre in diretta su Telecentro2 alla trasmissione Centrocampo condotta da Alessandro Guerrieri, non ha nascosto la propria amarezza per come si sia conclusa la sua esperienza al timone della società amaranto, di cui, tuttavia, detiene ancora il 10% delle quote. Dopo i toni rassegnati ma distinsivi di 15 giorni fa, quando il commendatore aveva parlato della vendita del club definendola "la sconfitta più grande della mia vita" e ringraziando comunque chi lo aveva sempre sostenuto, Spinelli è tornato all'attacco della stampa locale, della tifoseria e anche delle istituzioni. Tutti ritenuti colpevoli, con il loro atteggiamento giudicato eccessivamente critico dall'ex patron, di causare l'allontanamento della sua famiglia. "Devo staccare la spina per sei mesi, non ne posso più di leggere e sentire cattiverie", ha dichiarato Spinelli.

Spinelli: "Cattiverie e ingiurie continue, ora venderò anche il restante 10%"

"Ho bisogno di stare tranquillo e uscire da questa situazione - ha affermato Aldo Spinelli -, devo staccare almeno per sei mesi dopo tutte le cattiverie e ingiurie che ho ricevuto dalla piazza. Non leggo più neanche i giornali, perché vengono scritte ancora cattiverie dalla stampa locale. Ho chiesto al presidente di Banca Cerea Mastena di trovarmi un acquirente per il 10% delle quote che ancora mi rimangono, altrimenti le regalerò".

Quote che, in un primo momento, sembravano invece essere in futuro riservate all'attuale presidente Navarra. "Io non ne voglio più sapere. A Livorno parlate solo delle cose negative - ha continuato Spinelli -, criticate sempre, ma vi sieti dimenticati quello che ho fatto in 21 anni? Ho sempre fatto tutto da solo, senza che nessuno mi abbia aiutato neanche con un euro. Nessun imprenditore e nessun sindaco mi ha dato una mano, ma ho comunque fatto la Serie A e la Serie B".

Caos Livorno | Navarra e i soci di Banca Cerea tentano la scalata. Ma nessuno vuole vendere le proprie quote

"Quando ci sono le vittorie saltano in mezzo al campo i vari Protti, Lucarelli e sindaci di turno che si mettono in mostra, in passerella; quando ci sono le sconfitte è colpa del presidente, del cretino di Spinelli - ha detto ancora-. Mi voglio disintossicare per sei mesi, poi mi rivedrete sulla scena, ma non a Livorno. A me il calcio piace e ci metto cuore e passione, ma non ho avuto alcun riconoscimento. Ho tenuto dieci anni Luci, ogni anno rinnovavo il contratto a Protti, ma nessuno mi ha mai ringraziato. Se c'era da aiutare qualcuno io non mi sono mai tirato indietro".

"Livorno iscritto grazie alla mia fideiussione"

Striscioni spinelli

"Io - ha aggiunto l'ex presidente - sono venuto a Livorno per starci due o tre anni per portare la squadra dalla C alla B, mi era stato infatti chiesto dagli armatori di dare una mano, poi me ne sarei dovuto andare. Ho pagato la società 5 miliardi e 800 milioni senza neanche un giocatore di proprietà, ora i tifosi e la città di Livorno, criticandomi, me l'hanno fatta regalare a 325mila euro con 33 giocatori e un centro sportivo che vale 600mila euro. La gente non mi voleva più, le ho viste le scritte 'Spinelli vattene'. Ho messo più di 61 milioni di euro nel Livorno, ma ho sempre ricevuto critiche".

"Adesso - ha proseguito nel suo sfogo Spinelli - ho detto a Mastena che non parlerò più neanche con gli azionisti: che se la vedano loro, io ho bisogno di staccare. Ricordo che il Livorno è iscritto al campionato di Serie C perché io ho messo la fideiussione che ancora non mi è stata restituita: ho voluto difendere i miei dipendenti e i giocatori sotto contratto. Molti tifosi - ha concluso - hanno voluto mandare via me e la mia famiglia, sui social è pieno di insulti e minacce indirizzate a noi: ora la banca mi ha sollevato da questo impegno per la felicità di queste persone".

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