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Sanità, Livorno primo centro a far partire il servizio di mammografia con mezzo di contrasto

L'Asl: "In questo modo si riesce ad avere capacità diagnostiche paragonabili a quelle dei una risonanza magnetica, ma senza i relativi svantaggi"

La Radiologia Senologica dell'ospedale di Livorno è la prima in tutta l'area vasta e tra le poche in Italia ad aver avviato il servizio di mammografia con mezzo di contrasto. Si tratta di uno strumento innovativo per la diagnosi dei tumori al seno che permette di superare alcuni limiti della mammografia tradizionale evitando nel contempo il ricorso ad esami più complessi come la risonanza magnetica. "La nuova tecnica - commenta spiega Michela Panconi, direttrice della Radiologia Senologica Livorno Cecina Piombino Elba - permette di combinare alle informazioni morfologiche date dalla mammografia digitale anche informazioni di tipo funzionale grazie all'utilizzo del liquido di contrasto. Riesce così ad avere capacità diagnostiche paragonabili a quelle dei una risonanza magnetica, ma senza i relativi svantaggi. Penso ad esempio al tempo di esecuzione che è di circa 8 minuti a fronte di circa 50, alla posizione tenuta dalla donna che è eretta e quindi più confortevole rispetto a quella supina, per non parlare delle controindicazioni per chi ha un pacemaker oppure soffre di claustrofobia". 

Mammografia con mezzo di contrasto, come funziona

La mammografia con mezzo di contrasto è una procedura semplice e indolore, simile in tutto e per tutto a un esame mammografico standard. Dopo che alla paziente viene iniettato un mezzo di contrasto iodato per via endovenosa nel braccio si acquisiscono due immagini mammografiche per lato con proiezione dall'alto (cranio-caudale o CC) e laterale (medio-laterale-obliqua o MLO). L'immobilizzazione e compressione della mammella, compatibilmente con sopportabilità espressa dalla paziente, è un aspetto di fondamentale importanza in quanto permette una visione più chiara e rapida con conseguente riduzione della dose e del tempo di esposizione alle radiazioni.

"La metodica utilizzata chiamata “dual energy” prevede una doppia esposizione – continua Panconi – e quindi una dose superiore alla metodica tradizionale, ma sempre entro la soglia indicata dalle linee guida europee. Per questo viene indicata solo per alcune categorie di pazienti come quelle che devono eseguire la cosiddetta stadizione preoperatoria ovvero che abbiano già avuto diagnosi di carcinoma, ma debbano fare ulteriore valutazione della lesione, nei casi di dubbio diagnostico legato magari a discrepanze tra i risultati emersi dalla mammografia tradizionale e dall'anatomia patologica, oppure come controllo per donne sottoposte a chemioterapia neoadiuvante e altri casi di controllo. La risonanza magnetica rimane invece l'esame di riferimento per tutte le pazienti che presentino mutazione genetica e per quelle alle quali sia stata impiantata una protesi"

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