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Cronaca

Arrestati tre banditi per tentata rapina a mano armata in una banca: due di loro erano stati vicini a Vallanzasca

Il colpo pianificato a Vicarello: i malviventi sono stati scovati in un garage di Pisa e sono stati condotti in carcere. In passato due di loro avevano avuto rapporti con la criminalità organizzata

Tre persone sono state arrestate dai carabinieri, nel pomeriggio del 22 novembre, con l'accusa di tentata rapina a mano armata. I malviventi avevano intenzione di rubare da un istituto di credito di Vicarello (Livorno), ma sono stati bloccati e condotti nel carcere di Pisa prima che potessero compiere il crimine. Secondo quanto riportato dai militari dell'Arma, Maurizio Pozzati, 67 anni di Berra Ferrara, Emanuele Filoramo, 37 anni di Isola Capo Rizzuto (Crotone) e Vittorio De Vincenzi, 67 anni di Fremura (La Spezia), avrebbero alle spalle numerosi precedenti specifici per lo stesso tipo di reato e, stando a quanto emerso dalle intercettazioni, due di loro avrebbero in passato stretto rapporti in carcere con Renatino Vallanzasca e Felice Maniero, noto capo della mafia del Brenta. 

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L'inizio delle indagini grazie alla segnalazione di una targa

L'indagine, denominata "Big Brolly" e coordinata dal procuratore della Repubblica del tribunale di Livorno Ettore Squillace Greco, è iniziata grazie a una segnalazione di un carabiniere di Vicarello che ha notato una targa strana, rilevatasi poi appartenente a uno dei membri della banda, nei pressi di una banca. Successivamente i militari dell'Arma hanno iniziato a seguire passo passo ogni minimo spostamento dei malviventi, notando degli anomali sopralluoghi nelle vicinanze dell'istituto di credito della frazione livornese. In particolare sono stati notati mentre acquistavano calze da donna che, con ogni probabilità, avrebbero usato per travisare il volto nel corso della rapina. 

Le intercettazioni: "Ci sono i carabinieri, meno male non siamo arrivati prima"

La mattina del 22 novembre i presunti rapinatori si sono portati all'esterno della Cassa di Risparmio di Lucca-Pisa-Livorno di Vicarello, ma davanti la banca era stata fatta posizionare una unità specializzata, la Sos (squadra operativa di supporto), posta allo scopo di far desistere i malviventi dal compiere il crimine. La banda ha fatto per due volte il giro dell'isolato, ma continuando a notare la presenza dei carabinieri ha preferito desistere: "Porca puttana, gli sbirri - si legge nelle intercettazioni - ci è andata di culo. Ma non potevano essere più avanti o più indietro, proprio lì. Meno male che non siamo arrivati prima". In base a quanto raccolto, i tre si erano già divisi i compiti: "Io sto dietro le casse, te nell'ufficio del direttore e fai sbloccare il bancomat, io mi occupo dei clienti e li metto in uno sgabuzzino oppure dietro la porta. Attenzione ai cellulari e agli orologi scuri che sembrano telefonini". 

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L'arresto e le accuse a carico della banda  

Una volta tornati nel loro covo, un garage in provincia di Pisa, i malviventi hanno trovato i carabinieri ad attenderli e la successiva perquisizione ha dato dato modo di rinvenire: passamontagna, una maschera, calze di nylon, guanti in lattice, una riproduzione di una pistola Glock calibro 8, alcuni proiettili, targhe rubate e un taser. Per questi motivi tutti sono stati arrestati e condotti nel carcere di Pisa e dovranno rispondere di: tentata rapina a mano armata, ricettazione e detenzione senza denuncia di munizioni per armi da sparo. 

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