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Cronaca

Coronavirus, settore cultura in crisi. Lenzi: "I musei i primi a riaprire. Effetto Venezia? Possibile rinvio a settembre"

L'assessore fa il punto sulla situazione in città: "Occorre ridisegnare i grandi eventi e valorizzare, ora più che mai, le risorse locali"

Il sipario è chiuso e, da quasi due mesi, ormai le locandine degli spettacoli sbiadiscono sotto il sole. Tutti i luoghi di aggregazione sono in standby, fermi in attesa di ripartire e mettere nuovamente in moto la macchina della cultura che, oltre a regalare benessere e momenti di svago e riflessione, crea un indotto economico non indifferente fatto di artisti e tecnici che, nella maggior parte dei casi, si trovano oggi senza alcuna tutela.

I danni economici già registrati sono enormi ma quello che spaventa di più è il non sapere quando, e soprattutto come, sarà possibile tornare su un palco, su un set cinematografico, in un museo. "Questo settore è tra i più danneggiati", le parole dell'assessore alla Cultura Simone Lenzi che ha voluto fare il punto della situazione riguardante come la cultura si dovrà adattare all'emergenza Coronavirus. In queste settimane tuttavia in tanti hanno provato a reagire regalando al pubblico Festival musicali in diretta instagram, letture ad alta voce, spettacoli e monologhi ma, ormai è chiaro, tutto questo non può bastare.

E se a livello nazionale il ministro Dario Franceschini ha proposto una sorta di "Netflix della cultura", una piattaforma che permetta una proposta culturale a pagamento, le difficoltà maggiori sembrano quelle sulle spalle delle piccole associazioni culturali, che stanno in piedi grazie alle quote dei soci e alle rette dei corsi.

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Secondo l'assessore, questa crisi si è articolata in due fasi: "La prima è caratterizzata dallo shock dato dal fatto di esserci trovati catapultati in un mondo totalmente diverso da quello in cui organizzavamo eventi importanti ed eravamo proiettati verso le grandi manifestazioni. Anche in termini di bilancio il futuro è tutto da riprogrammare, ci sono introiti che verranno a mancare, voci che vanno riviste. Adesso stiamo entrando nella seconda fase, quella cioè in cui, dopo lo shock, dobbiamo ridisegnare il prossimo futuro e fare tutto quello che le restrizioni ci permettono di organizzare".

A tal proposito, i rappresentanti del mondo culturale cittadino stanno preparando un documento congiunto che permetterà di fare una ricognizione dei problemi e, di conseguenza, adottare tutte le possibili soluzioni: "Stiamo definendo le modalità - sottolinea Lenzi - con cui la pubblica amministrazione può intervenire per sostenere un settore che risulta tra i più danneggiati e per cui si prevede, per forza di cose, una quarantena più lunga".

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"Se sarà possibile riapriremo i musei a maggio"

Se la situazione della spettacolarizzazione dal vivo è piuttosto complessa per quanto riguarda i musei si respira una nota di ottimismo. "Riusciranno a riaprire in tempi piuttosto brevi - prosegue Lenzi -. Conto di poter proporre qualcosa al Museo della Città già a fine maggio perché credo sia un luogo in cui è abbastanza facile mantenere le distanze di sicurezza e predisporre ingressi contingentati". Nessuna certezza, però, al momento riguardo la grande mostra sui Macchiaioli che avrebbe dovuto trovare spazio proprio ai Bottini dell'Olio. "Abbiamo dovuto rimescolare le carte, sono saltate tutte le tempistiche legate alle mostre, ma questo è il settore culturale che probabilmente ripartirà prima degli altri".  

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Effetto Venezia, Cacciucco Pride, Festival Mascagnano: "Nuove idee per i grandi eventi"

L'estate è sempre coincisa con l'organizzazione di grandi eventi come Effetto Venezia o il Cacciucco Pride: "Logico che andranno ridisegnati e ripensati in un'altra modalità sulla base di quello che, al momento, ci sarà permesso di fare - continua l'assessore alla Cultura -. Il sindaco ha sempre seguito le linee guida del Dpcm, senza fare fughe in avanti o indietro e, ad ora, non possiamo avere certezza di cosa potremo fare a giugno o a luglio". Certo è che un evento come Effetto Venezia non si può organizzare all'ultimo minuto. "Ancora più degli altri anni dovremo fare una call di tutte le risorse locali e mettere in piedi una festa che valorizzi i nostri artisti. Non è detto che si possa fare a luglio e, in quel caso, penseremo a uno spostamento, magari a settembre. Posso assicurare che non abbiamo annullato niente, anzi stiamo lavorando alacremente per organizzare il primo Festival Mascagnano e cercheremo di capire in quale modalità proporlo al pubblico". 

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"Strutture digitali per sostenere le compagnie locali"

La situazione al momento più in bilico è quella delle piccole realtà: teatri, scuole d'arte e associazioni  condividono il drammatico silenzio dei palchi vuoti e l'incognita di quando il sipario tornerà ad aprirsi ma, soprattutto, a che condizioni. "Dobbiamo utilizzare tutte le risorse possibili per valorizzare il lavoro di chi opera sul territorio - prosegue l'assessore Lenzi - e qualora i tempi del distanziamento sociale si rivelassero ancora lunghi, l'amministrazione comunale potrebbe dotarsi di strutture digitali per sostenere le compagnie e provare a proporre nuovi modi di fruizione dello spettacolo, almeno fino a quando non sarà possibile tornare ad assistere agli spettacoli dal vivo. L'amministrazione deve dimostrare di essere flessibile e capire che le crisi possono rappresentare un'opportunità. I soldi spesi meglio, in ambito culturale, sono quelli che generano lavoro ed è quello che cercheremo di fare". 

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