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Cronaca

Inceneritore, Rifiuti Zero all’attacco: "Aamps ora spieghi quali sono i veri costi"

Il coordinamento, di cui fanno parte decine di associazioni, analizza i costi mensili dell’impianto dopo la presentazione del budget previsionale dell’azienda al Comune: "Servono 589mila euro, altro che 160mila"

"Per tenere acceso l’inceneritore due mesi in più servono 589mila euro, una somma molto più alta rispetto ai 160mila dichiarati nel budget 2023 presentato a dicembre al Comune per proporre una proroga di attività dell’impianto". A intervenire sulla questione dell’inceneritore del Picchianti e dei relativi costi periodici è il coordinamento Rifiuti Zero, che conti alla mano elenca il costo mensile di fornitura di bicarbonato, smaltimento in discarica di ceneri leggere e smaltimento di ceneri pesanti e scorie pericolose. 

"Nel budget previsionale 2023 - spiega infatti Rifiuti Zero - Aamps ha quantificato un totale di 160.935 euro di maggiori costi per il funzionamento dell’inceneritore fino al 31 dicembre, due mesi in più rispetto alla naturale scadenza dell’autorizzazione ambientale prevista per fine ottobre". "Lasciare acceso l’inceneritore - aggiungono - costerebbe poco più di 80.467 euro al mese. Nessun altro costo in più da sottrarre agli strombazzati e ipotetici ricavi, è stato dunque indicato nell’ipotesi di budget".

Il conto di Rifiuti Zero, tra bicarbonato e costi di smaltimento: "Gli oltre 900mila euro di spese mensili si sono ridotte a soli 80mila. Come mai?"

Per il coordinamento infatti è sufficiente andare sul sito di Aamps, nella sezione ‘gare e contratti’, per scoprire le voci di spesa mensili "per centinaia di migliaia di euro". "Solamente per il bicarbonato l’azienda spende 162mila euro a trimestre, per smaltire in discarica le ceneri leggere spende 1 milione e 243mila euro ogni anno mentre per smaltire quelle pesanti e le scorie pericolose spende 3 milioni e 292mila euro all’anno". Una somma molto più alta secondo Rifiuti Zero rispetto ai 160mila euro dichiarati nel budget 2023, presentato a dicembre al Comune per proporre una proroga di attività dell'impianto. "Infatti - evidenziano -, Aamps a luglio aveva ufficialmente dichiarato che l'inceneritore è costato 11 milioni di euro l'anno (a fronte dei 9 milioni di ricavi, da qui la perdita che ha dissanguato l'azienda e fatto schizzare in alto la tariffa negli ultimi 12 anni). Cioè l'inceneritore è costato più di 900mila euro al mese: quasi due milioni di euro a bimestre, altro che 160mila euro".

"È evidente - prosegue il coordinamento -che  l'inceneritore non è affatto alternativo alla discarica, ma si limita a trasformare i rifiuti in scorie e ceneri pericolose che poi finiscono comunque in discarica, ma con una spesa molto più alta per i cittadini e con maggior danno ambientale. Se a dicembre sono stati presentati dati non corretti, che hanno contribuito ad una narrazione distorta sull'inceneritore, che poi rischia di orientare scelte politiche e investimenti pubblici in senso contrario rispetto ad una gestione efficiente e virtuosa, allora come minimo i responsabili dovrebbero essere individuati e rimossi dai loro incarichi. Altrimenti - concludono dal coordinamento -, l'azienda ha il dovere di spiegare pubblicamente come mai oltre 900mila euro di spese mensili per l'inceneritore si sono improvvisamente ridotte a sole 80mila euro, proprio quando si tratta di decidere se chiudere l'impianto oppure no".

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