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Cronaca

Coronavirus, pazienti paucisintomatici o asintomatici ricoverati in "bolle covid" nei reparti: le nuove linee guida

L'assessore Simone Bezzini: "L'obiettivo è coniugare massima qualità delle cure e sicurezza"

I pazienti positivi al Covid asintomatici o paucisintomatici, non a rischio evolutivo della malattia, possono essere ricoverati in apposite "bolle Covid" all'interno di un reparto non Covid dove è trattata la patologia prevalente. È questa la soluzione, già attiva in alcuni ospedali e ora estesa su tutto il territorio toscano, secondo quanto indicato nelle nuove "Linee di indirizzo per la gestione dei casi positivi asintomatici o paucisintomatici", approvate dalla giunta regionale nella seduta del 23 maggio, in seguito a proposta di delibera dell'assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. I vantaggi, dicono dalla Regione, sono duplici: garantire i massimi livelli di assistenza sotto il profilo del rischio infettivo e, al tempo stesso, dal punto di vista clinico-assistenziale nella cura della patologia di base. 

"L'obiettivo è coniugare massima qualità delle cure e sicurezza, garantendo la miglior presa in carico possibile del paziente e la piena ripresa delle attività non Covid -  spiega l'assessore Bezzini -. Queste linee di indirizzo rispondono alle esigenze del nuovo quadro di contrasto al Covid, che va gestito con la massima attenzione e in sinergia con la cura di tutte le altre patologie. Le nuove disposizioni nascono dalla necessità di assistere questo tipo di pazienti, ricoverati per altre patologie, che presentano un decorso benigno e con minore contagiosità".

Il riscontro di un tampone positivo in un paziente asintomatico che accede in pronto soccorso, così come in un paziente ricoverato in area non Covid, è una evenienza non completamente eliminabile. Inoltre, sostengono dalla Regione, se si considera la copertura vaccinale nella popolazione generale e negli operatori sanitari, oggi ci sono le condizioni, per gestire gli asintomatici o i paucisintomatici nel reparto dove la malattia, per la quale vengono ricoverati, può essere curata nel miglior modo possibile.

"Dall'analisi dei dati di accesso - si legge sul sito della Regione - , questo tipo di situazione si determina soprattutto quando il paziente arriva in ospedale in condizioni di urgenza-emergenza a causa di patologie tempo dipendenti (come infarto acuto del miocardio, ictus), traumi e fratture, e in condizioni di urgenza medica (insufficienza renale acuta, sepsi, infezione delle vie urinarie, scompenso cardiaco…) o chirurgica (addome acuto, pancreatite, colecistite, appendicite…). Da qui - si legge ancora - la necessità di individuare questi pazienti in modo adeguato per una corretta gestione della patologia di base nel reparto di afferenza specialistica, tenendo sotto controllo, con un costante monitoraggio, un eventuale rischio infettivo attraverso l'utilizzo di dispositivi di protezione individuali adeguati, di appositi farmaci antivirali e di spazi dedicati".

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