Antonio Brugnoli, l'ex tipografo "street artist" a 75 anni: "Disegno per riempire gli spazi vuoti in questo periodo difficile"
Il tratto distino di una matita nera sui cartelloni pubblicitari senza affissioni: "Non lo so se mi si può definire artista, lo faccio senza sporcare o recare danno in un momento particolare"
Una matita nera in mano, un tratto sottile, lo sguardo rivolto verso il Pontino e i suoi palazzi e, come tela, un cartellone pubblicitario vuoto sugli scali, a pochi passi dall'ex edicola. Sfida il freddo e il vento che si sono abbattuti sulla città, è riparato dalla Fortezza Nuova e la sua opera di street art prende forma. Antonio Brugnoli, 75 anni e ora pensionato, scambia qualche parola con le persone che passano mentre lo guardano tratteggiare gli stabili, dare forma a un furgone che si trova fermo in strada e agli alberi poco distanti. "Non lo so se mi si può definire artista - racconta Antonio quando lo avviciniamo -, ma ho fatto quei disegni per riempire degli spazi lasciati vuoti, dove non c'è pubblicità".
"Ho lavorato per 17 anni al giornale Il Tirreno come tipografo - dice - poi ho aperto un negozio di fotografia e sono andato avanti fino all'avvento del digitale. Arrivato quello ho smesso, la fotografia fatta in quel modo non la sentivo più parte di me. Ho preso una matita nera e con quella ho fatto alcuni disegni, tra cui due sul Pontino vicino ai giardinetti e uno alla Rotonda d'Ardenza. Come me ci sono altre persone che lo fanno, spinte dalla voglia di dare qualcosa in questo momento difficile dove tutto è più complicato. In questo periodo di pandemia c'è chi porta il teatro in strada, chi canta dai balconi, io ho deciso di disegnare".
Di solito si pensa agli street artist come persone giovani, ragazzi o poco più. E poi c'è Antonio, che con i suoi 75 anni ha deciso di lasciare la propria impronta in giro per la città. "Lo faccio senza arrecare nessun danno o sporcare - conclude Antonio-, in molti si fermano a guardare i disegni mentre sono in fase di realizzazione e questo mi fa piacere".
Ripone la matita e subito si avvicinano i primi curiosi, lavoratori in pausa caffé e due anziani che si fermano a commentare: "Bello, ci piace l'idea di riempire uno spazio vuoto - dicono tra loro -, speriamo che anche in futuro gli spazi lasciati vuoti siano messi a disposizione di persone che hanno queste idee e questa sensibilità".