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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Livorno in lutto, è morto Bruno Santon: ex bandiera amaranto, aveva 81 anni

Centrocampista veneto, fu protagonista nella seconda metà degli anni Sessanta collezionando 85 presenze e 24 reti in serie B. Originario di Marghera, si era innamorato di una livornese, poi sposata, ed era rimasto a vivere in città

Si era innamorato di una livornese, poi sposata, e di Livorno, lui che era originario di Marghera dove spesso tornava a trovare la numerosissima famiglia. Ma era all'ombra dei Quattro Mori che aveva deciso di trascorrere il resto della propria vita, una volta abbandonato il calcio giocato. Un legame indissolubile con la città che oggi piange la scomparsa di Bruno Santon, ex calciatore protagonista con la maglia amaranto nella seconda metà degli anni Sessanta, morto all'alba di questa mattina, venerdì 15 dicembre, a 81 anni. A darne notizia sono i nipoti, tantissimi, ai quali Santon era davvero legato: "Ci mancherà molto - dicono -, lo zio era una persona riservata ma solare nonostante la vita lo avesse messo di fronte a una serie di difficoltà. Legatissimo alla famiglia, appena poteva veniva a trovarci a Marghera, come faceva anche dopo ogni partita quando il lunedì era il giorno di riposo".

Rispettoso, sorridente, apparentemente timido e di poche parole, in campo Santon era il contrario di quell'omone bono come una pasta. Centrocampista offensivo con il vizio del gol, a Livorno si fece apprezzare non solo per le 85 presenza condite da 24 reti nella cinque stagioni in serie B tra il 1966 e il 1971, ma anche e soprattutto per il temperamento da livornese di scoglio che non ammetteva mancanze di rispetto. E forse anche per questo, per quanto poi raccontasse di non averne memoria, prese tre giornate di squalifica dopo aver fatto gol e il gesto dell'ombrello al portiere della Reggina, colpevole di ripetuti scherni durante la partita. O come quella volta a Verona, con tutta la famiglia al seguito a vederlo, che rimase in campo un minuto per essersi fatto giustizia da solo di chi, qualche partita prima, gli aveva rotto un ginocchio mettendo a rischio una carriera poi chiusa proprio a causa degli infortuni.

Fisico imponente e spirito ironico, si era sposato con una livornese e, lasciato il calcio, aveva rilevato il distributore di benzina ai Palazzi rossi, continuando però a seguire da tifoso le sorti del Livorno, lui che era fiero abbonato in tribuna distinti insieme al figlio. Amante di tutto lo sport, era soprattutto un grande estimatore della pallacanestro, passione coltivata proprio quando a Livorno, tra gli anni Settanta e Ottanta, si masticava indistintamente pallone e palla a spicchi. Lascia la moglie Silvana, i figli Sandro e Rita, una famiglia numerosissima (sei tra fratelli e sorelle e tantissimi nipoti) a una città intera che gli voleva bene.I funerali si svolgeranno domani alle 15.30 nella chiesa di S.Jacopo in Acquaviva Ai parenti tutti e agli amici giungano sentite le condoglianze della redazione di LivornoToday.

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