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Cronaca Piombino

Parco eolico tra Piombino e Campiglia Marittima, i Comuni della Val di Cornia si oppongono: "Sì alle rinnovabili, ma serve un percorso condiviso"

La proposta arriva dalla San Nicola Energia, gli enti locali sono stati chiamati ad esprimere un parere nell'ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale. Ma i sindaci di Piombino e Campiglia, oltre a quelli di San Vincenzo e Suvereto, hanno già preso posizione

Un 'no' unanime. Il progetto relativo ad un nuovo parco eolico costituito da otto pale presentato nelle scorse settimane dalla San Nicola Energia al ministero dell'Ambiente e sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale non trova il gradimento dei comuni coinvolti. Né di quelli sul cui territorio ricadrebbero gli impianti, ovvero Piombino e Campiglia Marittima, né di quelli limitrofi che sarebbero comunque presi in considerazione a livello di impatto paesaggistico. Il coro al momento non lascia spazio a interpretazioni. Gli elaborati presentati dalla società al ministero dell'Ambiente descrivono un parco eolico da 57,6 Mw di potenza, consistente quindi nella realizzazione di un impianto per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento composto da 8 aerogeneratori della potenza unitaria di 7,2 Mw, con altezza pari a oltre 150 metri e diametro di oltre 170 metri. Il progetto, come detto, sarebbe localizzato nel Comune di Piombino, in località località Campo all'Olmo e nel Comune di Campiglia Marittima. Ai Comuni è stato quindi chiesto di inviare un parere tecnico, ma nell'immediatezza della scadenza dell'invio di tali contributi i sindaci hanno voluto chiarire le loro posizioni.

In primis Francesco Ferrari (Piombino), che ha espresso 'ferma contrarietà': "L'area di cui stiamo parlando è una delle zone di maggiore pregio naturalistico, archeologico, paesaggistico della nostra regione. Con gioielli come Baratti, Populonia e le necropoli etrusche, e un'indubbia vocazione turistica. Il nostro futuro passa certamente dall'adozione di impianti di produzione energetica in armonia con l'ambiente, ma è tassativo che questi siano dimensionati adeguatamente al contesto ambientale e antropico nel quale devono essere collocati. L'installazione di pale eoliche alte oltre 150 metri in un'area come quella proposta è un autentico scempio paesaggistico e naturalistico, una scelta scellerata che nessun buon amministratore dovrebbe fare. Il territorio ospita già tra l'altro un altro parco eolico di imponenti dimensioni, collocato non casualmente in prossimità dei quasi 900 ettari di SIN terrestre. Piombino - ha concluso - ha infatti centinaia di ettari compromessi da un punto di vista ambientale, in attesa di bonifiche necessarie e urgenti, che potrebbero offrire una collocazione idonea. Non possiamo quindi che esprimere la nostra contrarietà alla realizzazione di questo progetto".

Riccucci (San Vincenzo) e Pasquini (Suvereto): "Sì alla decarbonizzazione, ma con una seria programmazione"

A ruota anche i primi cittadini di Suvereto e San Vincenzo, Jessica Pasquini e Paolo Riccucci, hanno calcato la stessa linea. "I nostri uffici hanno inviato alla Regione note tecniche che evidenziano le notevoli criticità e interferenze paesaggistiche - hanno evidenziato -, ma è importante sottolineare che la contrarietà è anche politica. Premesso che è diventato avvilente dover ogni volta intervenire per dire no, perché noi siamo favorevoli alle energie rinnovabili (dimostrazione è l'impegno delle nostre amministrazioni sia sull'efficientamento degli edifici sia sulle comunità energetiche), ci troviamo un'altra volta di fronte a progetti estemporanei di sfruttamento del territorio, privi di un disegno organico e già per questo potenzialmente pericolosi. Lo stesso accade sul fotovoltaico, dove il ritardo dei nuovi decreti attuativi e una mancata condivisione con i territori mette a repentaglio i nostri beni primari, i terreni agricoli e il paesaggio".

"Tutti - hanno aggiunto - siamo chiamati a dare un contributo alla decarbonizzazione, ma dobbiamo farlo con una seria programmazione, tenendo conto degli impatti sul territorio e individuando le aree più idonee ad accogliere questi impianti, con una co-pianificazione tra enti che veda i comuni protagonisti con le regioni. Nonostante la Val di Cornia abbia due piani strutturali diversi (Piombino con Campiglia e San Vincenzo con Sassetta e Suvereto)  - concludono i due primi cittadini- lanciamo nuovamente la proposta di farli dialogare fortemente partendo proprio da proposte sulla produzione energetica, per dimostrare come questi territori non siano vocati ai no, ma si oppongono ai progetti estemporanei che non abbiano una visione complessiva".

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