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Cronaca

Caos in Consiglio, Perini: "Il sindaco si fa fotografare con gli indagati". E la giunta propone di querelarlo per diffamazione

La delibera dopo la seduta dello scorso 14 ottobre terminata con le accuse dell'esponente della Lega: "Grave danno all'onorabilità del sindaco"

"Un grave danno all'onorabilità del sindaco" tanto da deliberare la proposta di una denuncia-querela per diffamazione nei confronti del consigliere della Lega, Alessandro Perini. È quanto deciso dalla giunta Salvetti dopo il caos scoppiato al termine del consiglio comunale dello scorso 14 ottobre, quando, si legge nella delibera, "non attenendosi ai lavori del Consiglio, Perini (il nome non viene riportato nell'atto ma lo si deduce dalla visione della seduta, ndr) del tutto improvvisamente iniziava a proferire frasi offensive nei confronti del sindaco che veniva da lui accusato di accompagnarsi e farsi fotografare con soggetti indagati, rifiutandosi, altresì, di comunicarne i nominativi nonostante il ripetuto invito da parte del sindaco e del presidente del consiglio comunale".

La giunta: "Condotta finalizzata a screditare la persona e l'istituzione"

Espressioni che, come da registrazione della seduta, sono state pronunciate sia davanti ai colleghi consiglieri che di fronte a chi, in quel momento, stava seguendo la diretta in streaming. Si legge ancora nell'atto approvato all'unanimità dalla giunta lo scorso 19 ottobre: "Pur non potendosi ravvisare alcun reato nel fatto di avere frequentazioni con persone indagate (peraltro nel caso in esame assolutamente non provate), in ossequio al principio costituzionale che garantisce la presunzione di innocenza, le espressioni proferite dal consigliere, la ripetizione dell'accusa per ben 7 volte, nonché il tono fortemente allusivo tendevano evidentemente a sottendere una sorta di collusione tra i presunti soggetti indagati di cui non è stato comunicato il nominativo (se non in successiva seduta riservata) ed il sindaco".

perini lega (2)-2Raccogliendo anche l'invito dello stesso Perini, che argomentando la veridicità di quanto dichiarato in Consiglio suggeriva al sindaco di querelarlo per diffamazione qualora fosse ne avesse ravvisato i presupposti, la giunta comunale ha quindi valutato la condotta del consigliere che "ha determinato un gravissimo danno alla onorabilità del sindaco in quanto finalizzata a screditarne la persona nonché l'istituzione che rappresenta"e che ha ecceduto "i limiti della critica politica, sia pura aspra, in quanto tendente a mettere in discussione l'integrità morale del massimo vertice dell'amministrazione comunale". A tutela della reputazione e onorabilità del sindaco dunque è stato proposto di presentare denuncia-querela per diffamazione nei confronti del consigliere.

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