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Cronaca

Scuola, caos tamponi | Andrea Raspanti: "I test unico strumento idoneo. Pediatri? Garantiscano l'assistenza di base"

L'assessore al Sociale, in attesa di incontrare una delegazione di genitori, prova a fare chiarezza: "Lavoriamo per cercare di restituire la normalità ai bambini. Non mettiamo però l'amore per i nostri figli in contrasto con le esigenze sanitarie"

Ha le idee chiare Andrea Raspanti, assessore alle politiche sociali, nel rispondere all'istanza delle famiglie livornesi che chiedono maggiore chiarezza e esami diagnostici meno invasivi del tampone per i bambini che rientrano a scuola dopo la malattia: "Stiamo lavorando per snellire le procedure e restituire un po' di normalità ai bambini". Tuttavia la situazione al momento, a Livorno ma più in generale in tutta Italia, è di grande caos. La riammissione in classe infatti è possibile soltanto con la presentazione di un certificato medico - dopo assenze superiori a tre o cinque giorni a seconda del grado di scuola - che i pediatri rilasciano a seguito di un test negativo al Coronavirus. Il meccanismo però si inceppa quando per effettuare un tampone e avere il risultato sono necessari diversi giorni. Sulle visite dei pediatri, Raspanti è chiaro: "I dottori devono garantirle ai bambini perché non esiste solo il Covid". 

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L'assessore si "schiera" dalla parte delle scuole che richiedono i test per i bambini assenti per malattia: "Stiamo parlando di procedure di ordine sanitario stabilite dall'Istituto superiore della sanità e approvate dalle Regioni - le sue dichiarazioni -. Queste non sono procedure che si cambiano 'a furor di popolo'; è necessario restare lucidi e attenersi alle disposizioni dell'Iss. I test salivari, indubbiamente meno invasivi e più rapidi, sono in corso di validazione. Fino a che non saranno approvati, l'unico test affidabile e riconosciuto sarà il tampone per il quale, tuttavia, sarebbe necessario avere tempi più rapidi per i risultati in maniera da poter restituire ai bambini un po' di normalità. Capisco la protesta delle mamme e le incontrerò, però l'amore per i figli non deve entrare in conflitto con le esigenze di un'emergenza sanitaria". 

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"I pediatri devono garantire l'assistenza sanitaria di base: non esiste solo il Covid. È giusto che i bambini vengano visitati". 

L'impegno dell'amministrazione e del gruppo multidisciplinare di sorveglianza integrata di cui Raspanti fa parte, quindi, va nella direzione di potenziare il dipartimento di igiene e prevenzione - riducendo così i tempi di attesa per effettuare i test -  e lavorare per ridurre al minimo le differenze di trattamento tra i pediatri. "Questo è un punto dolente - prosegue l'assessore -, perché i pediatri non sono dipendenti Asl ma liberi professionisti che lavorano in convenzione con l'azienda sanitaria e seguono le linee guida dell'Iss. Il prossimo 29 settembre li incontreremo e cercheremo di trovare linee guida comuni per scongiurare qualsiasi disparità di trattamento".

Molti genitori infatti lamentano la mancanza di un vero e proprio regolamento specifico riguardante le visite. "Non esiste solo il Covid - sottolinea Raspanti - perché i bambini si ammalano anche di altro ed è giusto che vengano visitati e curati in maniera tempestiva. Il fatto che un pediatra decida o meno di visitare un bambino se prima non ha fatto il tampone genera uno stato di confusione, a cui dobbiamo necessariamente mettere un freno. È necessario garantire il diritto all'assistenza sanitaria di base anche nell'emergenza perché le famiglie si sentono abbandonate dai loro punti di riferimento. Se salta la fiducia nei pediatri e nei medici di famiglia salta tutto il sistema". 

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