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Giovani al voto, le risposte dei candidati sindaco agli under 30

Lavoro, cultura e turismo, sicurezza, stalli blu e rifiuti: ecco come la pensano Bruciati, Romiti, Salvetti e Sorgente. E sul ballottaggio c'è chi si schiera già  

Lavoro, porto e darsena Europa

Livorno è ancora classificata come area di crisi complessa, l'unica in Toscana. A distanza di cinque anni dalle ultime elezioni il problema centrale, per noi giovani, è ancora il lavoro. Vogliamo sapere in concreto che cosa fareste per rilanciare lì occupazione, l'industria e il porto. E in particolare: darsena Europa sì o no?

Salvetti: "Serve una prospettiva diversa e interpretare le volontà dei giovani. Non è più vero il concetto che i ragazzi vogliono andarsene dalla città e noi bisogna puntare sulla loro creatività, mixando il tutto con l'esperienza dei più grandi. In questi giorni ho cercato di prendere spunto dalle persone incontrate come Andrea Arienti, CEO di 3DNextech, e da tante altre realtà. Il porto? Bisogna prendere esempio da realtà come Lisbona, Valencia, Barcellona, in parte anche Marsiglia che sono diventati centri di aggregazione. Da noi vale il 30% del Pil, ma serve una visione complessiva per acquisire nuovi traffici anziché alimentare risse interne. In qeusto senso dico sì alla darsena Europa".

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Bruciati: "Livorno deve capire cos vuole fare da grande, quale sarà la sua vocazione nei prossimi 15 anni. Per noi è fondamentale la valorizzazione delle specificità, abbiamo eccellenze culturali e sportive che gli altri si sognano ma serve una visione a 360°. Cultura, sport e turismo possono dare lavoro, così come innovazione, automazione e digitalizzazione, se ben sfruttate, creano nuove professionalità. Il porto deve essere una risorsa, non un problema. E invece lo è perché, da sempre, ha un proprio ‘sindaco' che negli anni ha avuto difficoltà a relazionarsi con quello di Livorno. Darsena Europa? Sì, magari in una versione light come base di partenza".

Romiti: "La questione è molto semplice: serve la libertà di impresa perché senza questa non si genera concorrenza. È per l'assenza di libertà, per il clientelismo che l'economia livornese soffre. Anche e soprattutto in porto, dove, nonostante gli organismi preposti al controllo, si sono accorti che da 15 anni rilasciavano concessioni trimestrali rinnovabili al massimo per un anno. La darsena Europa? Ok, ma in Italia abbiamo dei vincoli ambientali che da altre parti non hanno".

Sorgente: "Accordo di programma e area di crisi complessi. È stata una dura battaglia con il ministero dello Svluppo economico e con la Regione. Abbiamo ottenuto 10 milioni di euro per l'insediamento di nuove imprese ma i bandi sono gestiti da una società, Invitalia, che non funziona e questi soldi non si riescono a spendere. E poi 1,5 milioni per le politiche attive del lavoro, 5 milioni per il polo tecnologico, gli accordi per i giovani: ci sono misure che funzionano, altre no. Porto: darsena Europa sì in versione light, ma bisogna sbloccare la situazione. Siamo al progetto esecutivo per la parte pubblica ma manca il privato".

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