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Caos Livorno | Fideiussione, tasse e contributi: 24 ore per tenere in vita l'amaranto

L'uscita di scena di Navarra, soltanto annunciata, al momento non cambia niente. Da CereaBanca si attende il via libera alla garanzia bancaria per mettere a posto la squadra, mentre domani servono altri 450mila euro per evitare eventuali punti di penalizzazione

"Basta partite a poker e ripicche, chi fa del male al Livorno non può avere l'appoggio di una città la cui dignità non può essere calpestata". Lo aveva detto ieri il sindaco Luca Salvetti, appellandosi alla responsabilità della compagine societaria amaranto chiamata a fare la propria parte per "salvaguardare un bene primario" come il Livorno calcio. Tradotto: fuori i soldi per la fideiussione, che serve a tutelare l'aspetto tecnico della squadra, e quelli per l'imminente scadenza di domani, venerdì 16 ottobre, quando dovranno essere saldati 450mila euro di contributi previdenziali e tasse.

Soldi che serviranno a evitare altri punti di penalizzazione - oltre a quelli già attesi per i ritardi conclamati - e ai quali dovranno essere aggiunti altri 420mila euro entro la fine del mese. Soldi, infine, che al di là dei possibili risvolti societari, con il paventato ingresso al 34% del gruppo Carrano (Danilo Mariani e Giorgio Heller) al posto di Sicrea (Umberto Casella) e, soprattutto, con l'annunciata volontà di Navarra di farsi da parte ("Mi arrendo, regalo alla città le mie quote"), dovranno comunque essere versati in quota parte dai soci attuali.   

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I segnali dell'ultim'ora, almeno per quanto riguarda la fideiussione, sembravano incoraggianti. Stamani 15 ottobre, CereaBanca avrebbe dovuto garantire 650mila euro da deliberare nel pomeriggio nel cda della banca stessa. Operazione che, pare, si sarebbe tuttavia bloccata dopo la mossa di Navarra. Una decisione che sarebbe incomprensibile dal momento che, per adesso, niente è cambiato. Anzi, premesso che il beneficiario della donazione (il Comune di Livorno, ndr) ha già declinato l'offerta senza neppure aspettare un atto ufficiale, le quote dell'attuale presidente in carica dovranno comunque essere valutate da un arbitratore e, su quel valore, i soci potranno esercitare il diritto di prelazione

Niente che faccia chiarezza, dunque, piuttosto il solito caos che va avanti da un mese. Ovvero, poche ore dopo l'incontro a Genova dell'11 settembre scorso che definì il nuovo quadro societario del Livorno. Una foto con tanti sorrisi svaniti nel giro di un niente e che hanno lasciato il posto a liti e ripicche dannose soltanto per gli amaranto. Il cui futuro, senza il bisogno di sottolinearlo, è ancora quanto mai incerto.

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