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Cronaca La Scopaia / Viale Città del Vaticano, 86

Incendio alla Scopaia | La candela accesa per il blackout, le fiamme e il fumo che uccide ai piani di sopra: cosa è successo alla Scopaia

Quartiere sotto shock per la morte di Milco Santini, dipendente Aamps deceduto a causa del fumo generato da un incendio al primo piano del condominio di via Città del Vaticano: "Era una gran brava persona, siamo addolorati"

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Guarda la finestra al terzo piano del condominio di via Città del Vaticano e scuote la testa. Gli occhi sono ancora arrossati di un misto lacrime e fumo. Si dice "fortunata perché a me è andata bene, ma lui poverino...", La voce si ferma, un sospiro profondo e "mi scusi ma non riesco a dire niente". La Scopaia è un quartiere sotto choc dopo l'incendio in un appartamento destinato agli alloggi popolari in conseguenza del quale, nella notte di mercoledì 28 febbraio, il 60enne Milco Santini è morto per intossicazione da fumo ed altre due persone, tra cui la madre ottantenne, sono state ricoverate in gravi condizioni. Abitava al secondo piano l'ex dipendente Aamps prossimo al pensionamento, esattamente sopra all'appartamento andato a fuoco, e se il bilancio delle vittime non è ancora più drammatico è solo grazie alla tempestività dei soccorritori, intervenuti in prima battuta con il personale della protezione civile, e dei vicini che si sono prodigati per aiutasi, salvando almeno un'altra persona rimasta intrappolata tra le fiamme.

Probabile, anche se saranno le definitive indagini dei vigili del fuoco a stabilire le cause, che le fiamme siano divampate al primo piano da una candela accesa per far luce durante il blackout di martedì sera e che questa sia poi caduta su materiale infiammabile scatenando il rogo. Una situazione di cui la coppia, seguita dal servizio di salute mentale dell'Asl, non avrebbe avuto contezza fino a quando ormai divenuta Irrecuperabile, con la donna riuscita a mettersi in salvo da sola e il marito, un uomo sui sessant'anni, trascinato fuori da un vicino di casa che abitata al piano di sotto svegliato dall'abbaire dei cani. "Era tutto nero per via del fumo - racconta Vito -, mi sono messo la maglia sulla testa e strisciando sono riuscito ad arrivare a prenderlo. L'ho portato fuori in braccio affidandolo poi al personale medico, ho provato anche a salire al secondo piano, come ha fatto mio figlio, per aiutare Milco ma ormai non si respirava già più e non c'è stato niente da fare. Sono addolorato, era una persona speciale".

Chi era Milco Santini, morto per intossicazione da fumo nell'incendio a La Scopaia: "Una persona cordiale e disponibile" 

Una tragedia che ha sconvolto la comunità della Scopaia e la città tutta. Nove gli appartamenti inagibili passati al setaccio dai geometri Casalp, due quelli sotto questo (si tratta dell'appartamento da dove è partito l'incendio e di quello in cui si è registrato il decesso). Serviranno almeno i cinque o sei giorni prima che le famiglie possano farvi rientro dopo i necessari interventi di pulizia dalla fuliggine, sanificazione e tinteggiatura, mentre più lunghi saranno i tempi per i due alloggi a disposizione della magistratura. E sarà proprprio il pm di turno, sulla base delle indagini dei vigili del fuoco, a cercare di ricostruire con precisione l'esatta dinamica dei fatti, per quanto sembri già appurata l'ipotesi che a innescare l'incendio sia stata la caduta di una candela accesa. 

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