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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Picchianti / Via dell' Artigianato

Scorie pericolose, Aamps chiude temporaneamente l'inceneritore dopo le analisi Arpat: i rifiuti saranno smaltiti in Versilia

Il campionamento dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana ha rilevato la presenza di rifiuti con classificazione di possibile pericolosità. Chieste nuove analisi per ripristinare quanto prima la funzionalità dell'impianto

Scorie e ceneri potenzialmente pericolose prodotte dalla combustione di rifiuti solidi che, ogni giorno, a tonnellate arrivano nell'impianto termovalorizzatore di via dell'Artigianato. A rivelarne la presenza sono i campionamenti effettuati da Arpat a febbraio scorso, nei giorni 6 e 7, i cui risultati sono stati comunicati mercoledì 21 giugno ad Aaamps che, da subito, ha provveduto alla chiusura temporanea e controllata dell'inceneritore. E a darne notizia, dopo le anticipazioni sulla stampa locale, è la stessa municipalizzata che si occupa della gestione e smaltimento dei rifiuti a Livorno, precisando di aver "opportunamente informato l'amministrazione comunale, la Regione e ad ATO Toscana Costa, nonché i vari fornitori legati all'ordinario avvio a recupero delle scorie", e aver contestualmente "chiesto e ottenuto da Arpat un incontro urgente di natura tecnica al fine di entrare nel merito di quanto rappresentato e prendere eventuali ulteriori decisioni con l'obiettivo primario di ripristinare quanto prima le condizioni di funzionamento dell'impianto".

A seguito di tale incontro, tenuto ieri giovedì 22 giugno, i tecnici di Aamps hanno "convenuto sulla necessità di provvedere a realizzare nei tempi più celeri possibili ulteriori e nuove analisi sulle scorie e che la stessa Arpat verrà invitata a verificare ogni passaggio di tutte le procedure che verranno attuate". "Presumendo che gli esiti dei nuovi accertamenti richiederanno alcune settimane - chiarisce infine l'azienda -, Aamps si è prontamente adoperata coinvolgendo ATO Toscana Costa per l'individuazione di altri siti in cui traferire temporaneamente i rifiuti solidi urbani prima destinati e trattati all'impianto di incenerimento di Livorno. A partire da sabato prossimo 24 giugno verranno trasportati presso gli impianti dell'azienda versiliese ERSU (nel frattempo risultano stoccati in sicurezza nella fossa dell'impianto di Via dell'Artigianato). L'auspicio è di ottenere i nuovi risultati delle analisi sulle scorie in tempi rapidi e poter riavviare l'impianto di incenerimento". 

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Chiusura inceneritore, Rifiuti zero: "Cinque mesi per i risultati delle analisi. E nel frattempo cosa è successo?"

Molteplici le reazioni alla notizia con critiche all'azienda e all'amministrazione comunale sia da parte di chi auspica una chiusura definitiva dell'impianto, sia da coloro che invece ritengono necessario mantenere in funzione l'inceneritore. Tra i primi a commentare il fatto, il comitato Rifiuti Zero, dal quale il Comune di Livorno era uscito nei mesi scorsi ritenendo "impossibile proseguire con chi intende dettare scelte politiche ed amministrative": "Se non ci fosse da piangere ci verrebbe da ridere - dicono da Rifiuti Zero -, perché le controanalisi di Arpat risalgono a febbraio, ma la comunicazione ad Aamps è arrivata solamente ieri, a fine giugno. Quasi 5 mesi per mandare una e-mail. Nel frattempo, se abbiamo capito bene, Aamps potrebbe aver smaltito continuativamente rifiuti pericolosi, classificati invece come non-pericolosi, con un danno ambientale incalcolabile".

"Non è neppure vero, come sostenuto dall'azienda, che sia la prima volta che succede una cosa del genere - proseguono dal comitato -. In ogni caso è che il continuo spegnere e riaccendere l'inceneritore per guasti, manutenzioni e problemi di ogni tipo non fa altro che aggravare ulteriormente l'inquinamento, perché proprio nelle fasi transitorie le emissioni in atmosfera raggiungono picchi di pericolosità inaccettabili per la popolazione livornese". "Nessuno vuole ammettere che Aamps dovrebbe chiudere definitivamente l'inceneritore come hanno fatto Pisa e in molte altre città - concludono da Rifiuti Zero -, ridurre al minimo la produzione cittadina di rifiuti non-differenziati (che invece sono in aumento da 4 anni) ed inviare il poco indifferenziato agli impianti già attivi in Toscana, di cui molti gestiti da Retiambiente (capofila di Aamps), ampiamente in grado di assorbire anche la produzione livornese, con minori costi ed evitando di smaltire ceneri velenose in discariche lontane centinaia di chilometri".

Ghiozzi (Lega); "Cepparello si dimetta". Perini (FdI): "Altro che Tari gratis, è in arrivo una mazzata da milioni"

Immediate anche le reazioni del centrodestra in consiglio comunale, da sempre contrario alla chiusura dell'inceneritore. "Con la chiusura non prevista dell'impianto - dice Perini (FdI) -, è in arrivo una mazzata da milioni di euro sui conti di Aamps. In base alle stime fatte per il bilancio 2023, senza termovalorizzatore, Aamps rimette un milione di euro al mese. Ora altro che Tari gratis. Dove troverà Salvetti le risorse per pagare l'energia che consumerà Aamps, visto che attualmente non sarà più autoprodotta dal termovalorizzatore? A quale costo saranno stoccati e smaltiti i rifiuti che, da ora, si stanno accumulando? Come si chiuderà in positivo il bilancio dell'azienda, viste le mancate entrate ed i maggiori costi? Per capire quanto ci costa la scellerata amministrazione Salvetti - conclude -, chiederò a nome di Fratelli d'Italia il conto economico della situazione attuale, al netto delle favole elettorali. E questa volta guai a non consegnare la documentazione".

"Il temovalorizzatore di Livorno doveva essere manutenuto adeguatamente nel tempo - sostiene Ghiozzi (Lega), invece i soliti proclami demagogici del sindaco e dell'assessore Cepperallo che in campagna elettorale ne narravano l'imminente chiusura, salvo poi rendersi conto che la struttura era indispensabile per il territorio e per la sopravvivenza economica della stessa Aamps, hanno fatto sì che a livello aziendale fosse trascurata la manutenzione con i conseguenti danni che oggi stiamo vedendo e che saranno smaltiti, questi sì, sulla pelle dei cittadini che già a livello locale stanno pagando una delle tasse sui rifiuti più alte d'Italia, con i risultati pessimi di raccolta che hanno trasformato Livorno in una pattumiera a cielo aperto". "Auspichiamo pertanto che l'azienda Aamps chieda quanto prima il ricontrollo dei dati con Arpat per far ripartire fin da subito l'impianto - conclude Ghiozzi -, ma nel caso in cui questi dati dovessero essere confermati anche in seconda battuta è bene che i dirigenti aziendali e l'assessore Cepparello ne traggano le dovute conseguenze pensando alle proprie immediate dimissioni; i cittadini livornesi non si possono più permettere di continuare ad avere questa politica fallimentare e dannosa sulla gestione dei rifiuti".

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