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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Edicolanti aggrediti e minacciati, il sindacato: "Stop alla distribuzione delle mascherine, situazione insostenibile"

Alcuni giornalai della città hanno denunciato offese e intimidazioni da parte dei cittadini. Il delegato provinciale Sinagi: "Episodi inqualificabili, costretti a interrompere il servizio"

Offese, minacce e vere proprie aggressioni verbali da parte dei cittadini. Questo quanto denunciato da alcuni giornalai della città, i quali, dopo aver aderito spontaneamente all'iniziativa promossa dalla Regione, hanno iniziato nei giorni scorsi a distribuire gratuitamente le mascherine anti Covid-19. Un clima rovente, che ha spinto alcuni edicolanti ad interrompere il servizio e sul quale, attraverso un comunicato firmato dal delegato provinciale Daniele Domenici, è intervenuto prendendo posizione anche il sindacato nazionale giornalai d'Italia (Si.Na.G.I). "Abbiamo chiesto ai nostri edicolanti di interrompere in via momentanea la distribuzione delle mascherine in attesa di trovare nuove soluzioni con la Regione. Lo stop potrebbe poi diventare definitivo se queste soluzioni non verranno trovate: non possiamo accettare insulti e offese per quello che voleva essere un servizio di solidarietà", ha affermato Domenici.

"Episodi ingiustificabili, edicole costrette a fare un passo indietro"

"Una quindicina di edicole della città di Livorno iscritte al Si.Na.G.I. - si legge nel comunicato - ha già disdetto l'accordo relativo alla distribuzione gratuita delle mascherine. Una decisione dolorosa ma irrinunciabile: la situazione sta infatti diventando insostenibile. Molti edicolanti che con grande senso civico ed entusiasmo avevano accettato di partecipare al 'progetto mascherine' della Regione stanno infatti ricevendo da giorni offese minacce (sia verbali che tramite social): non è più possibile andare avanti così. Una cosa simile sta avvenendo anche nei confronti di molti edicolanti che al progetto non hanno aderito (gli iscritti al Si.Na.G.I. che ad esempio hanno effettuato questa scelta sono una ventina): si ricorda a tal proposito che l'adesione al progetto della Regione non è obbligatoria bensì soltanto facoltativa. Le offese e le minacce sono atti che devono essere fermamente condannati: questi lavoratori hanno il diritto a ricevere la massima solidarietà".

"Forse la troppa pubblicità mediatica attraverso i mezzi stampa i canali tv ed i social ha fatto credere al cittadino che le edicole fossero diventate centri di distribuzione mascherine e non più venditori di giornali e riviste, che è invece la nostra unica fonte di guadagnoMi sono stati segnalati episodi ingiustificabili ed inqualificabili di cittadini che si sono scagliati contro edicolanti con una violenza verbale inaudita - continua il comunicato -, in molti casi non è stato possibile fornire il normale servizio di vendita di giornali ai propri clienti. Questi atti riprovevoli non possono esser tollerati e giustificati, ho visto ed ascoltato colleghi avviliti e scossi dopo quella che doveva esser una normale giornata lavorativa".

"Calpestati i diritti delle persone e dei lavoratori"

"Questa categoria - si legge ancora -, già di per se sotto stress per le difficoltà economiche che sta attraversando, in questi mesi, voglio ricordarlo a tutti, durante il periodo della pandemia è sempre stata al servizio del cittadino, senza un giorno di chiusura, svolgendo in pieno il servizio di pubblica utilità. Ed ora non poter garantire il servizio ai propri clienti che non hanno mai abbandonato le loro rivendite di giornali nemmeno nel periodo del lockdown, per un numero impressionante di cittadini 'bramosi' di aver la propria mascherina gratuita senza rispettare le minime norme di buon senso, lo trovo intollerabile".

"Il nostro senso civico - prosegue il comunicato - finisce se si contrappone la mancanza di senso civico dalla controparte, ed il nostro 'dovere' di consegnare la mascherina finisce quando vengo calpestati i 'diritti' di una persona e di un lavoratore. Concludo affermando che gli edicolanti il loro senso civico lo hanno sempre dimostrato, sono presidi di quartiere fanno molte cose gratuitamente sempre con il sorriso: consigliano il ristorante, l'idraulico, cambiano i soldi, ti aiutano se hai l'auto in panne ed altre mille cose, avrebbero voluto dare anche le mascherine ma purtroppo in alcune zone della città non è possibile farlo".

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