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Cronaca

Pronto soccorso e 118 al collasso, la protesta anche a Cecina e Livorno: "Siamo stremati"

Allarme della Medicina di emergenza-urgenza: "Manca personale, in molti se ne vanno per le condizioni di lavoro disumane"

Una situazione di emergenza. Da affrontare con estrema urgenza. Un paradosso visto che, a trovarcisi, sono gli operatori della Medicina di emergenza-urgenza, ovvero coloro che esercitano la professione o lavorano nei Pronto Soccorso e al 118. Sono stremati da prima del Covid per una cronica carenza di personale che peggiora di anno in anno, esauriti dallo stress aggiunto dalla pandemia, svuotati da turni massacranti, senza riposi dalla notte al giorno successivo. Sottopagati, di certo rispetto a tanti altri colleghi. Ma questo è solo l'ultimo dei problemi che un'intera categoria ha portato in piazza a Roma, lo scorso mercoledì 17 novembre, per manifestare condizioni di lavoro disumane. Lo hanno fatto con Simeu (Società italiana medicina d'emergenza-urgenza), rappresentati da dirigenti e specializzandi perché, di scioperare, medici e infermieri non se lo possono neanche permettere.

Pronto Soccorso, accessi per storte e "troppo sole". Medici stremati: "Non siamo più i vostri eroi?"

Con loro, però, c'erano tutti i colleghi, anche di Cecina e Livorno, rimasti in reparto o in ambulanza a salvare vite, a sopportare storte guaribili con tre giorni di riposo e che di certo avrebbero potuto fare a meno dell'urgenza, a combattere la fatica della professione e l'intolleranza di un'utenza per lo più insofferente, maleducata, talvolta aggressiva. Hanno indossato un fiocco blu scuro sul camice, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica un problema che non è certo personale ma sistemico.

La protesta: "Mancano medici e infermieri, siamo una categoria in estinzione"

A rischio, infatti, c'è l'intero sistema salute e l'allarme arriva proprio dal personale sanitario. "I pronto soccorso e i 118 sono al collasso - dice una dottoressa di Cecina -, qui la situazione è sicuramente più gestibile rispetto ad altre realtà come Livorno, dove sono diversi numero di accessi e qualità di utenza, ma questa non è più vita. Mancano dottori e infermieri e ce ne saranno sempre di meno, il sistema rischia di collassare. Non esistono più i riposi, facciamo turni da 12 ore. Non abbiamo neppure il tempo o lo spazio per rilassarci, ci hanno pure tolto la stanza dei medici".

"La formazione, che pure dovrebbe essere garantita come da contratto, è azzerata - continua -, non c'è tempo e per fortuna ci danno una mano i colleghi del 118. Siamo sempre sotto organico, l'utenza non comprende le attese e reagisce con maleducazione se non in maniera aggressiva. A queste condizioni è anche difficile trovare medici che siano disposti a lavorare nell'emergenza-urgenza, ormai siamo una categoria in estinzione. Con il Covid - conclude - la situazione è inoltre peggiorata, anche dal punto di vista economico visto che non ci sono stati adeguamenti. Ma questo è solo l'ultimo dei problemi, i medici scappano dai pronto soccorso perché non ce la fanno più".

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