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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Inceneritore al Picchianti, concessa l'autorizzazione di altri 12 anni: resta la volontà di chiuderlo nel 2027, ma crescono i dubbi

Conclusa la conferenza dei servizi con il via libera della Regione e il rinnovo dell'Aia. Ora si dovrà decidere sulla convenienza di un ammodernamento che avrebbe un costo di una ventina di milioni per un tempo limitato

Via libera dalla Regione al rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per il termovalorizzatore di Livorno. È questo l'esito della conferenza dei servizi di giovedì scorso 11 aprile dove si è deciso di concedere all'impianto la possibilità di continuare a bruciare rifiuti per altri dodici anni. Un tempo decisamente più lungo (comunque nei termini di legge che prevede un minimo di 10 e un massimo di 16 anni) di quanto tuttavia rimarrebbe in funzione l'inceneritore, il cui spegnimento definitivo, qualora dovesse tornare in funzione, avrebbe come data limite il 31 dicembre 2027. Questa, infatti, la condizione non negoziabile posta dal Comune di Livorno per l'approvazione del verbale della conferenza, così come garanzie sono state richieste in termini ambientali, occupazionali ed economici.

L'eventuale riaccensione, comunque, non avverrebbe prima di un revamping da una ventina di milioni per ammodernare un impianto ormai a fine vita e che, allo stato attuale, non avrebbe i requisiti per essere operativo. Una scelta che il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, ha sempre demandato all'analisi dei tecnici: "Sarano loro - disse il sindaco lo scorso novembre - a dirci quando dovremo fermare l'inceneritore. E comunque non sarà oltre il 31 dicembre 2027". Ma è proprio sulla convenienza di riaccendere l'inceneritore, al momento per altro fermo da quattro mesi per un guasto a una caldaia, che da tempo comitati e forze politiche combattono le proprie battaglie. Perché, sostiene chi non vede benefici nella riaccensione dell'impianto ma solo danni, sarebbe impossibile rientrare di un investimento così importante in così poco tempo e finalizzato a un breve periodo.  O, peggio, lo sarebbe facendo ricadere i costi sui cittadini o rischiando un pericoloso danno erariale.

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Rifiuti Zero: "Nessuno crede alla chiusura di un impianto in pochi mesi dopo averci speso 20 milioni di euro"

 "Nessuno sembra credere alla panzana della chiusura definitiva tra pochi mesi appena dopo la riapertura dell'impianto e dopo averci speso oltre 20 milioni di euro di denaro pubblico - ribattono dal comitato Rifiuti Zero a commento dell'esito della conferenza dei servizi -. Livorno è ridotta a zimbello della Toscana, una città rimasta senza dignità e diritti, epicentro del traffico di rifiuti e dello smaltimento inquinante: condannata ad essere per sempre la pattumiera della regione. Gli altri brindano mentre chiudono e demoliscono i loro inceneritori, noi ci rassegniamo a pagare nuovi enormi debiti per continuare ad essere avvelenati. Ma la nostra lotta non si ferma, confidiamo in un moto d'orgoglio di tanti nostri concittadini, stufi di essere trattati come elementi sacrificabili dalle lobby dei rifiuti e pronti ad unirsi alla protesta"

Alleanza Verdi Sinistra: "Incomprensibile autorizzare il rinnovo di un impianto che non è più economicamente sostenibile" 

Profondo disappunto per il rinnovo dell'Aia espresso anche dall'Alleanza Verdi Sinistra, in coalizione con le forze che sostengono il sindaco uscente. "Una decisione presa a livello regionale senza un adeguato esame da parte della conferenza dei servizi - dicono -. Investire negli impianti di trattamento e nella raccolta differenziata è più conveniente ed ecologicamente sostenibile. Lo smaltimento attuale dei rifiuti indifferenziati comporta meno costi rispetto a quelli prospettati con il revamping dell'inceneritore. Possono essere trattati in impianti moderni e innovativi come i TMB, a differenza degli inceneritori obsoleti come quello di Livorno".

"È quindi incomprensibile e poco saggio autorizzare il rinnovo di un impianto che non è più economicamente sostenibile e che ha un impatto negativo sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.Siamo molto amareggiati e ci impegneremo affinché non vengano destinati fondi pubblici a un progetto obsoleto e dannoso ambientalmente ed economicamente come l'inceneritore di Livorno. Chiediamo che venga data priorità alla raccolta differenziata con tariffa puntuale e agli impianti di trattamento meccanico-biologico, moderni e efficienti, che rappresentano il futuro della gestione dei rifiuti. Ha fatto bene il sindaco di Livorno a imporre una data limite al 2027. Con quella data non ci sono le condizioni economiche per far rientrare un investimento di più di 15 milioni di euro senza rischiare di fare danni economici e erariali di cui i responsabili risponderanno nella dovute sedi".

Marco Landi (Lega): "Insensato spendere molti milioni per pochi anni di operatività"

Critiche al rilascio dell'Aia anche dal consigliere regionale della Lega, Marco Landi: "Spenderemo milioni di euro per far lavorare un impianto per tre anni - dice -. O almeno così vogliono far credere ai livornesi. Delle due l'una: o prevedono di gettare al vento un mucchio di soldi, oppure sanno già che il termovalorizzatore andrà ben oltre il 2027, ma non possono dirlo per ragioni elettorali. Restano le bugie del sindaco Salvetti e la sua promessa di far chiudere il Picchianti ogni anno entro l'anno successivo. I cittadini di Livorno non meritano di essere presi in giro". 

"Se solo una decina di anni fa si fosse proceduto ad ammodernare l'impianto - conclude - la città si sarebbe risparmiata l'inquinamento causato da una tecnologia vetusta e oggi il termovalorizzatore avrebbe ancora anni di vita in attesa dei nuovi fantasmagorici impianti contenuti nel piano regionale dei rifiuti. E invece no: danno il via libera a lavori costosissimi per farlo ripartire per tre anni. Il sindaco e la Regione hanno sbagliato tutto, farebbero bene ad ammetterlo per rispetto dei cittadini".

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