Livorno, stabilimento balneare con barista e cuoco in nero nel ristorante: maxi multa al titolare
Chiesta anche la sospensione dell'attività. Lo chef lavorava sette giorni la settimana e in busta pagava aveva solo mille euro, l'altra lavoratrice invece non aveva alcun contratto
La guardia di finanza ha intensificato i controlli per prevenire il cosiddetto "lavoro nero stagionale". In questo contesto le fiamme gialle hanno scoperto che uno stabilimento balneare lungo la costa livornese, con annessa attività di ristorazione, impiegava in nero una barista mentre il cuoco era assunto in maniera irregolare. Lo chef lavorava senza giorno di riposo da prima di pranzo a dopo cena prendendo da contratto mille euro con mezzi tracciabili e ulteriori 1.500-2.000 in nero. L'altra lavoratrice invece era priva di qualunque contratto e percepiva 50 euro al giorno senza alcuna garanzia assicurativa. È anche emerso che entrambi ricevessero parte della loro retribuzione in contanti in piena violazione di quanto stabilito dalla legge 205/2017.
Alla luce di quanto emerso è stata avanzata la proposta di sospensione dell'attività visto che la società ha impiegato lavoratori irregolari in maniera superiore al 10% della forza lavoro presente sul luogo al momento dell'accesso ispettivo. In aggiunta il datore di lavoro che impiega personale privo di regolare contratto, rischia una maxi sanzione per ogni lavoratore occupato. L'importo viene calcolato in base ai giorni effettivi di lavoro per ciascun lavoratore irregolare ed è ulteriormente aumentato dalla recente Legge di Bilancio 2020. Le nuove sanzioni per il lavoro nero sono - per il caso di specie - da 1.800 euro a 10.800 euro per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo. Al datore che corrisponde la retribuzione in contanti è costretto a pagare anche dai mille ai 5mila euro a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria.
