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SANITÀ

Focolaio Covid all'ospedale, la Cgil: "Carenze evidenti, servono assunzioni altrimenti sarà mobilitazione"

Posizione netta da parte del sindacato: "Finora i servizi sono stati garantiti dalla professionalità e dall'abnegazione dei lavoratori. Ora servono risposte concrete"

Attese lunghe, carenza di personale e contraccolpi negativi sulla cittadinanza "sempre più evidenti soprattutto in questi giorni in cui stiamo assistendo all'impennata di casi Covid". A poche ore dalla scoperta di un focolaio all'ospedale di Livorno la Cgil tramite la vicesegretaria generale Monica Cavallini e i rappresentanti di Fp Andrea Rizzini e Simone Assirelli torna a chiedere assunzioni e risposte concrete altrimenti, spiegano, "scatterà la mobilitazione".

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"La carenza di personale infermieristico e di dirigenti medici - evidenziano dal sindacato - non permette di fornire adeguate risposte ai bisogni della cittadinanza. Una situazione inaccettabile, soprattutto in un periodo come questo in cui diventa quantomai fondamentale evitare che all'interno di determinati spazi si generino assembramenti pericolosi: servono pertanto posti letto aggiuntivi, e dunque un incremento di personale per poterli gestire". 

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"Da 2 anni una battaglia in prima fila, situazione insostenibile, si rischia un'implosione. Servono i fatti o scatterà la mobilitazione"

La Cgil ha sottolineato come "da quasi 2 anni i lavoratori e le lavoratrici della sanità stanno combattendo in prima fila questa durissima battaglia per poter garantire alla comunità le prestazioni di cui i cittadini hanno bisogno", aggiungendo che però queste persone "sono stanche, hanno fatto e stanno facendo il massimo. La situazione sta diventando insostenibile, si rischia un'implosione". "Non è certo sfruttando le prestazioni aggiuntive - aggiungono - che si risolvono le criticità attuali: servono nuove assunzioni, e al più presto. Basta precariato: i lavoratori e le lavoratrici della sanità hanno bisogno di contratti stabili".

Il mirino poi si sposta verso la direzione aziendale, "non in grado di prevedere e organizzare i servizi in relazione alla nuova ondata pandemica". "L'assenza di programmazione - dicono - i fa sempre correre dietro all'emergenza. Sicuramente non è la soluzione continuare a spostare i pazienti da un reparto all'altro variando continuamente la funzione dei reparti: in questo modo c'è infatti anche il rischio che si generino bolle di pazienti infetti. Lo stesso vale per i lavoratori". 

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ll sindacato ha infine sottolineato il fatto che i servizi "sono stati garantiti dalla professionalità e dall'abnegazione dei lavoratori che si sono sobbarcati negli ultimi mesi oltre 120mila ore di attività aggiuntiva per garantire i servizi all'utenza". E lanciano un grido: "Adesso basta! Siamo allo stremo!", aggiungendo che "fino ad oggi l'azienda sanitaria ha fornito poche risposte al territorio. Siamo stufi: i cittadini e i lavoratori sono stanchi delle solite promesse, adesso si meritano i fatti. È arrivato il momento di cambiare rotta. Noi non siamo più disposti ad aspettare. In mancanza di risposte concrete, ci mobiliteremo in tutti i modi possibili per provare a cambiare il sistema".

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