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Cronaca

Pronto soccorso al collasso, Giani risponde all'ultimatum dei medici: "Lettera costruttiva, ma la Regione sta facendo molto"

Il governatore sulle criticità sollevate dai professionisti di Emergenza e Urgenza: "Mancano professionisti, ecco cosa stiamo facendo. Ma serve un piano speciale del governo come ho già detto al ministro Schillaci"

Una situazione nota. Anche per questo, dopo innumerevoli gridi d'allarma rimasti inascoltati, i medici di pronto soccorso della Toscana avevano dato un ultimatum alle istituzioni, minacciando dimissioni in massa "se la Regione Toscana non fosse intervenuta per risolvere la situazione". Ai 288 professionisti firmatari della lettera inviata al ministro della Salute, al governatore della regione e alle aziende territoriali, aveva risposto l'assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, in una intervista rilasciata a LivornoToday. Ieri 2 marzo, in conferenza stampa, è stato invece lo stesso presidente della Regione, Eugenio Giani, a intervenite sulla questione, non negando la gravità della situazione dei pronto soccorso, appunto nota, ma spiegando come la Regione stai "lavorando a soluzioni già da tempo, non da ora". "L'appello dei medici che si dichiarano pronti a dimettersi in massa – le parole del presidente Giani e dell'assessore Bezzini – evidenzia una situazione di sofferenza e un grido di dolore  Lo raccogliamo come stimolo costruttivo, pronti a intensificare l'impegno già profuso e disponibili anche a un confronto con i professionisti". "Comprendiamo il vostro disagio  - ci tengono ad aggiungere - e vi ringraziamo per quello che fate ogni giorno". 

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"Il problema è nazionale e la Toscana - ha proseguito Giani - assieme a tutte le Regioni, senza distinzione di colore politico, l'ha posto al governo, quello attuale e quello precedente, con una serie di proposte depositate lo scorso anno: qualificazione dell'attività nei pronto soccorso come usurante, impegno orario ridotto per chi ha più di 60 anni e può svolgere semmai funzioni di tutor, meccanismi incentivanti economici e nei percorsi di carriera, utilizzo di specializzandi. Tornerò a parlare con il ministro Schillaci, ma non ci limiteremo ad aspettare e alle misure già messe in campo ne sommeremo altre, fin dalle prossime settimane". 

Pochi medici di pronto soccorso e sottopagati, troppi pazienti in carico e troppo a lungo: le criticità

C'è un problema di medici di ruolo in servizio, troppo pochi e calati negli ultimi anni dal 2019 al 2023. "Con differenze comunque marcate - ha precisato Giani -. E poi c'è un problema di stipendi. Se vogliamo che gli operatori che già ci sono non vadano via e che i giovani medici scelgano la specializzazione di emergenza urgenza – dice l'assessore - è necessario far crescere le retribuzioni. Come Toscana stiamo facendo anche su questo una battaglia. Se io potessi con leggi regionali pagare di più chi lavora nei pronto soccorso l'avrei già fatto, però competenze e leve sono prevalentemente nelle mani dello Stato". Non solo, Anche gli accessi rappresentano una problematica. Perché se è vero che non sono aumentati negli ultimi quattro anni (erano un milione e mezzo nel 2019, sono stati 1 milione e 350 mila nel 2022), il personale medico ridotto ha troppi pazienti in carico e troppo a lungo. "Si fermano più a lungo nei pronto soccorso - il parere della Regione -, perché sempre più anziani e complessi e perché vi si rivolge anche chi in ospedale non vi dovrebbe arrivare: quei pazienti che, con le riforma dell'assistenza territoriale in corso, dovrebbero trovare risposte adeguate nelle case e ospedali di comunità".  

L'esigenza di un piano speciale del Governo 

Giani e Bezzini, come già anticipato a LivornoToday, hanno poi sottolineato l'esigenza di chiedere al governo, assieme a tutte le Regioni, un piano speciale. per i pronto soccorso, illustrando infine le linee giuda di una delibera sulla riorganizzazione dell'Emergenza e urgenza. "Torneremo al governo a chiedere un piano speciale come Conferenza delle Regioni - ha detto Bezzini -, avremo un incontro la prossima settimana con il ministro della salute. Le risposte avute finora da questo governo e dal precedente sono state parziali e assolutamente insufficienti". "Quando siamo stati messi nelle condizioni di fare qualcosa l'abbiamo comunque fatto - ha continuato -. E anche velocemente. Non siamo stati ad aspettare. Gli aumenti in busta paga per gli infermieri, con le risorse assegnate in questi giorni alle Asl, sono un esempio. Abbiamo anche messo in campo misure di riorganizzazione e di innovazione, decise la scorsa primavera e che adesso stanno andando a regime". Tra le azioni di rinnovo sistemiche, il possibile coinvolgimento dei medici internisti e di altri reparti nella gestione specialistica di pazienti che accedono ai pronto soccorso con codici minori, alleggerendone così la pressione. Subito dopo, concorsi per la specialità di area medica vincolando i vincitori a svolgere comunque una quota importante del loro orario di lavoro, per i primi due anni, nei pronti soccorso. Oppure la proroga della possibilità di avvalersi, fino a dicembre, di specializzandi. 

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I prossimi passi? La giunta regionale è a lavoro su una delibera per la riorganizzazione dei pronto soccorso, ma mirata anche a promuovere azioni e incentivi economici per il personale.  "Presenteremo - hanno concluso spiegano Giani e Bezzini - pure un proposta di legge regionale per anticipare quanto approvato dal precedente governo rispetto all'indennità aggiuntiva per i medici che lavorano nei dipartimenti di emergenza urgenza". Si tratta di un milione e 800 mila euro stanziati con la Finanziaria 2021. Nelle prossime settimane saranno convocati nelle tre aree vaste incontri con le direzioni aziendali, i direttori dei Pronto soccorso e con le organizzazioni sindacali. "La Regione Toscana - hanno infine sottolineato il presidente e l'assessore - non fa ricorso a cooperative e a medici a gettone, con appalti all'esterno di strutture strategiche come i pronto soccorso. Altre Regioni lo fanno. Noi difendiamo un modello di sanità pubblica e lo difenderemo a tutto tondo. Vogliamo personale che viene dai concorsi e che sia adeguatamente tutelato e remunerato".

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