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Us Livorno | La Curva nord contro Esciua: "Protti, le bandiere palestinesi, il caso 'Bassini' e Palumbo: sei senza dignità. Ora vattene"

Duro comunicato degli ultras amaranto che prende di mira il numero uno della società: "È un bluff che dimostra la sua inadeguatezza"

Un comunicato duro. Una presa di posizione netta come probabilmente non si vedeva dai tempi dell'ultimo Spinelli o della "cordata piemontese" che portò al fallimento del Livorno. La Curva nord Fabio Bettinetti, dopo la contestazione di domenica in occasione di Livorno-Figline, attacca nuovamente il presidente amaranto Joel Esciua. Dall'allontanamento di Protti fino alle bandiere palestinesi passando per l'aumento dei biglietti e i ban dalla pagina Fb della società: gli ultras criticano pesantemente il numero uno della società invitandolo ad "andarsene" perché è "solo di passaggio" e perché si è dimostrato essere "senza dignità" e "inadeguato" al ruolo che ricopre.

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A nulla quindi sembrano valse le parole proprio di Esciua che intervenendo a una diretta Facebook di Urban Livorno aveva chiesto toni distensivi per il bene della squadra: "In questo momento ci sono state incomprensioni e divergenze e la società, rappresentata da me, e la tifoseria non sono allineati. L'obiettivo comunque resta quello di portare il massimo appoggio alla squadra perché siamo accomunati dall'amore verso questi colori. E tutti vogliamo centrare l'obiettivo della promozione in serie C. Dobbiamo dare serenità e tranquillità all'ambiente. Servono unione e amore, noi siamo sempre soddisfatti del rapporto costruttivo con le varie frange della tifoseria e siamo a disposizione nei loro confronti: ora però crediamo insieme nella serie C". 

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Nella lettera del tifo organizzato si possono leggere tutte le delusioni nei confronti di Esciua che dopo essere stato "accolto con molte speranze e buon entusiasmo" fin da subito ha iniziato a "seminare malumore. Ad ogni modo la voglia di rinnovamento e rinascita dei livornesi aveva portato a digerire le sue sparate e anche la dipartita di Protti, messo da parte per ragioni evidenti di 'risparmio'. Dopo è stato il turno di storici dirigenti societari e di uno dei due magazzinieri (Bacciardi e Russo, ndr), in entrambi i casi con l'atteggiamento classico dell'uomo di alta finanza che mette gli uni contro gli altri. Finita la piazza pulita in società il “buon” Joel si è dilettato nella denigrazione dei tifosi livornesi dicendo che non volevano pagare il biglietto e con questa ennesima mossa di mettere gli uni contro gli altri ha aumentato del 50% gli abbonamenti, alzando anche vistosamente i biglietti singoli. Diceva che “avremmo visto cose mai viste prima” e che il “prodotto Livorno” era migliore. La società, priva di sponsor, probabilmente deve rendere conto a qualcuno che appartiene alla stessa comunità dalla quale abbiamo dovuto ereditare anche il Direttore Generale, uomo che con il calcio non ha mai avuto a che fare". 

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"Invece di pensare al campo è impegnato nella lotta alle bandiere palestinesi"

Al presidente vengono contestati anche alcuni atteggiamenti avuto fuori dal campo: "Si è speso per tentare di impedire alla Nord di portare le bandiere palestinesi che da sempre sono presenti (basti pensare allo striscione Fedayn che capeggiava negli anni '80) ed ha ben chiara la posizione di sostegno al popolo oppresso dall'occupazione israeliana. Non lo sapeva prima? Eppure Mosseri (direttore generale e presidente della comunità ebraica livornese, ndr) quando gli era già stata ricordata la posizione di molti tifosi della nord aveva detto in un'intervista quello che noi stessi sappiamo e diciamo: essere ebrei non significa essere sionisti. Ecco perché Livorno non è mai stata e non sarà mai antisemita, e questo grazie anche ad elementi come la Curva Nord che non sono ibridi ideologicamente. Dichiarazione esatta quindi, quella del direttore, ma non seguita dai fatti".  

"Esciua ha tentato prima di far rimuovere le bandiere ed ordinare alla Digos e di non far entrare chi le esponeva, poi a chi gestisce la pagina Facebook dell'US Livorno ha ordinato di non mandare le immagini della nord per poi strappare il cartellone nell'androne con la coreografia Combatti, proprio perché aveva una minuscola bandiera palestinese. Esporre quella bandiera è un atto di solidarietà verso un popolo che soffre. Lo hanno fatto in tutto il mondo, anche in Inghilterra, che il Presidente porta come modello, tifoserie politicizzate e non. Perché tanti sono gli ebrei nel mondo che hanno la stessa nostra posizione, ma purtroppo a noi è toccato uno allineato con le politiche del governo Netanyahu". 

"Non vuole la politica allo stadio, ma è il primo a 'farla'"

In una recente conferenza stampa il presidente aveva detto di non voler vedere la politica allo stadio, ma anche su questo punto la Nord controbatte: "È sceso in piazza con la destra locale per attaccare il sindaco, reo di aver messo una bandiera della pace e non quella di Israele sul Comune. Lui, che rappresenta la società amaranto, patrimonio di tutti, così ha fatto politica per primo ed è intervenuto in piazza come presidente del Livorno senza neppure precisare di farlo come cittadino. Oggi però dice alla Curva che non dovrebbe fare altrettanto, arrogandosi il diritto di fare solo lui quello che non vuol veder fare ai veri padroni di casa: i tifosi. Perché lui può andare a protestare perché il Comune deve mettere la bandiera israeliana, ma allo stadio non vuol vedere quella palestinese, quindi decide tutto lui insomma".

"Proviamo pena per tutti quelli che oggi lo spalleggiano, una minoranza assoluta e domenica si è visto quanto pesa, perché lo stadio oggi vive per la Nord e non per nessun altro settore desertificato dalle sue politiche. Gente che sta ripetendo gli stessi errori del finale di Spinelli, tifosi a cui evidentemente quella lezione non è bastata. Tutto quello che Esciua sta raccogliendo quindi è frutto della sua inadeguatezza, dimostrata con noi, con la questura, con il sindaco (al quale voleva imporre di non far giocare la partita per il vento), con i club (anche se alcuni ingoierebbero anche le porte del Picchi) e soprattutto con la Nord che merita rispetto e poco conta se poi ogni volta, dopo, lancia segnali distensivi". 

"Esciua non sarà mai il padrone dei livornesi"

"Esciua è un bluff come la promessa di restituire i soldi di Gavorrano, che difatti nessuno ha mai avuto indietro anche se i giornali gli hanno permesso di annunciare il tutto. Il presidente - continua il comunicato degli ultras - ha pensato forse che sarebbe diventato padrone di Livorno e dei livornesi questa estate, invece ha sbagliato città. È ipocrita come ogni israeliano che chiedeva solidarietà dopo l'attacco del 7 ottobre per 240 ostaggi, molti dei quali rilasciati, ma tace sui 16mila civili palestinesi uccisi per rappresaglia, dei quali il 70% ricordiamo sono donne e bambini. Noi invece abbiamo chiaramente scritto e detto quello che lui invece non ha fatto, ovvero che i civili non si dovrebbero mai toccare, lui non può dirlo perché deve rendere conto a qualcuno. Se ad alcuni tifosi questo non interessa per paura che il presidente si offenda, a noi non interessa della loro opinione, la dignità e la solidarietà umana non hanno prezzo, noi non siamo in vendita, tanto meno al primo chiacchierone che passa. Quando cantiamo ed esponiamo le bandiere che sono sempre state e sempre saranno in curva, tutti coloro che non le apprezzano possono voltarsi altrove e continuare la cantilena della politica che deve rimanere fuori dagli stadi, quando poi con le squadre di calcio si è visto governare il paese, diventare sindaci come Bandecchi (altro mostro che qualcuno voleva in città), oppure allargare la serie B come avvenne per il Catania di La Russa. La società ipocrita nella quale viviamo continua a chiedere ai tifosi di non occuparsi di politica ma il calcio viene utilizzato a comando da sempre come vetrina politica da tutti, è una cantilena che non fa altro che farci radicalizzare nelle nostre posizioni".

"Caso 'Bassini, presidente senza dignità"

Impossibile poi non parlare di quanto accaduto in coppa Italia: "Dignità Esciua non ne ha avuta neppure di fronte al pasticcio Bassini, giocatore con simpatie destrorse che porta tatuaggi con i motti del Duce, quello che ha fatto le leggi razziali, ma che, al contrario delle bandiere palestinesi, non disturbano il presidente con chiare pulsioni sioniste, ma del resto è la storia della destra israeliana oggi legata al governo Meloni. E con la gestione di quel pasticcio penoso di Gavorrano ha dimostrato quanto vale come uomo, avendo messo tutto sulle spalle di Gianni Palumbo, uno che per pochi spiccioli e tanta passione gli ha ricoperto un ruolo per il quale normalmente si paga e bene". 

"Ad Esciua quindi diciamo che come è arrivato ora deve solo trovare il modo di andarsene. Questa posizione, ovviamente, non muterà l'atteggiamento di sostegno alla squadra, che la nord sostiene - al contrario di tanti - sempre e comunque, ovunque, dall'inizio del campionato.  Quindi nessun piagnisteo, nessun tatticismo spicciolo, tanto più di uno che fino ad oggi ha avvelenato i pozzi senza mai fare realmente un passo indietro. La maglia amaranto è il nostro patrimonio da sempre, Esciua solo di passaggio". 

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